Vorrei esprimere un mio pensiero sulla biennale d’arte di Venezia che le prossime settimane andrò a visitare (in due tappe). Molti visitatori rimangono sconcertati dopo aver visto le opere esposte nei vari padiglioni. Questi visitatori sono coloro che passano davanti alle opere con un crescendo di indifferenza. All’inizio si soffermano a leggere i contenuti scritti posti accanto ad ad ogni opera ma con l’avanzare del percorso abbandonano questa bella abitudine fino al punto di passare in modo veloce e con andamento stanco davanti ad esse. Secondo il mio punto di vista questo è un modo errato di vedere la biennale. Come faccio io? Porto al collo i 2 kg/nikon, il telefonino con carica 100%, il mio seggiolino da golf e prima di iniziare la visita mi compero il catalogo. In questo modo osservo i lavori stando seduto sul mio seggiolino pieghevole da golf, non mi stanco, mi leggo i concetti espressi nel catalogo e fotografo le opere sia nella loro totalità che nei dettagli. Ovviamente la visita prosegue in modo virtuale rivedendo in studio le varie opere e rileggendo i punti del catalogo che meritano un approfondimento. Direte che sono matto. Forse, ma vi giuro alla fine mi sento più ricco. Scopro temi nuovi, modi di pensare e vedere le cose in modo diverso, qual’è “l’anima artistica” che si cela in ogni espositore, aspetti sociali, aspetti psicologici, e potrei continuare all’infinito. Scusate se vi ho trattenuto con questo mio discorso, ma è un mio sfogo derivato dal piacere di visitare la biennale