Nel 2023, in occasione del centenario della pubblicazione de La coscienza di Zeno, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha realizzato un adattamento teatrale del capolavoro di Italo Svevo. Lo spettacolo, che ha per protagonista Alessandro Haber nel ruolo di Zeno Cosini, ritorna in scena anche nella stagione 24/25 e fa tappa nel Circuito ERT per tre serate. La coscienza di Zeno sarà venerdì 15 novembre al Teatro Miotto di Spilimbergo, sabato 16 novembre al Teatro Ristori di Cividale e domenica 17 novembre al Teatro Modena di Palmanova. In tutte e tre le sale il sipario si alzerà alle 20.45.
Lo spettacolo scaturisce dal lavoro di una compagnia meticolosamente orchestrata – la compongono, oltre ad Alessandro Haber, Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin e Giovanni Schiavo – e da uno stimolante intrecciarsi di dimensioni e linguaggi scenici: con il regista Paolo Valerio hanno collaborato Marta Crisolini Malatesta per la scena e i costumi, Gigi Saccomandi per le luci, Alessandro Papa per i video e Oragravity per le musiche.
Lo spettacolo restituisce l’affascinante complessità dell’ambiente in cui Svevo concepisce e ambienta il romanzo e ne illumina i nodi fondamentali attraverso l’inedito adattamento nato dalla collaborazione fra Paolo Valerio e Monica Codena. I due hanno lavorato attentamente sull’innovativa scrittura sveviana, su interessanti scelte di messinscena e su un protagonista fuori da ogni cliché come Alessandro Haber. Sarà lui a coniugare la profondità e l’ironia surreale di Zeno Cosini, a tratteggiarne complessità e fragilità, senso d’inadeguatezza e successi, autoassoluzione e sensi di colpa, la nevrosi e quell’incapacità di sentirsi “in sintonia” con la società, che lo porteranno sul lettino del Dottor S e alla scrittura del diario psicanalitico. Questi aspetti si rispecchiano potentemente nelle contraddizioni dell’uomo contemporaneo, e lo rendono un personaggio attuale e teatralissimo nella sua surrealtà, nei suoi divertenti lapsus e ostinazioni, nelle sue intuizioni capaci di scuoterci a oltre cento anni dalla prima pubblicazione.
Paolo Valerio concretizza sulla scena la fascinazione dell’analisi che il protagonista fa della propria esistenza e del suo mondo interiore, sdoppiando il personaggio di Zeno e rendendo così quasi tangibile il dialogo che egli ha con sé stesso, il confronto con la sua “coscienza”, lo sguardo partecipe e allo stesso tempo scettico che pone sui ricordi e gli eventi della sua vita.