«Vogliono chiudere anche la Provincia di Udine, l’unica tra le 4 del Friuli Venezia Giulia che, secondo il Governo, ha i parametri per poter esistere». Per il presidente della Provincia di Udine sulla questione delle Province si brancola nel buio: «tanti gli interventi sulla stampa nazionale e locale. Questa, come ripetuto fino allo stremo, sarebbe dovuta essere l’occasione per il Friuli del rilancio. Grazie allo statuto autonomo, il Friuli Venezia Giulia avrebbe potuto definire un ordinamento degli enti locali innovativo, plasmato sulle sue peculiarità. Invece si è arrivati all’assurdo: vi sono stati interventi secondo i quali a salvarsi vi è un solo ente ovvero la Provincia di Trieste: di fatto un vero e proprio affronto, troppo pesante, per il popolo friulano».
Fontanini ribadisce dunque che, «sul fatto che siano da fare degli interventi urgenti lo si è capito bene, ma che anche la Provincia di Udine, al pari di enti non virtuosi, sia vittima dei tagli generalizzati previsti dal Governo Monti, pare ingiusto. La scure del Governo, finora – prosegue Fontanini –, si è abbattuta con tagli che hanno riguardato per il 20% le Province, per l’8% i Comuni e per il 10% le Regioni. Da nord a sud da est a ovest senza nessuna differenziazione che guardi a qualche parametro che ne evidenzi l’efficacia o metta in luce l’inefficacia. A titolo di esempio – ha aggiunto Fontanini – vorrei riportare, qui di seguito, un piccolo confronto numerico dove ho voluto confrontare il numero di personale addetto negli enti di area vasta. Partendo dal presupposto che i dipendenti sono una risorsa – ha anticipato il numero uno di palazzo Belgrado -, va considerato che vi sono dei limiti a quanti ne possono essere assunti in riferimento all’area e alla popolazione di competenza».
Fontanini, dunque, ha preso in esame alcune Province del nostro Paese. Si tratta delle Province di Udine, Agrigento, Avellino, Catanzaro e Messina. Rispetto a quella della provincia di Udine (4.905 chilometri quadrati), l’estensione dei territori delle altre province prese in esame è in tutti i casi inferiore (Avellino 2.792, Agrigento 3.042, Catanzaro 2.391 e Messina 3.247). La popolazione, invece, sempre rispetto a Udine (circa 540 mila abitanti), è superiore rispetto ad Avellino (440.000), Agrigento (453.000) e Catanzaro (368.000) e inferiore rispetto a Messina (663.000). Udine, confrontata alle altre quattro prese in esame, mantiene comunque il livello più basso di dipendenti (dati riferiti al 2009): lavorano per la Provincia di Udine in 603, per Messina sono in 1.468, per Catanzaro 942, per Agrigento 813 e per Avellino 650.
«Da questo banale confronto – commenta Fontanini – lo spunto per un’analisi più approfondita che porti alla riorganizzazione degli enti locali senza tralasciare il fatto che, laddove gli enti di area vasta funzionano, la loro eliminazione comporterà un aggravio dei costi e non un risparmio».