«Grazie ai volontari per quello che stanno facendo e per quello che saranno costretti a fare in un futuro non molto lontano ovvero quando le amministrazioni locali con sempre meno fondi dovranno affidarsi sempre di più al loro lavoro». Nel sottolineare l’importanza del grande lavoro dei volontari che in queste ore sono messi a dura prova nell’affrontare l’emergenza delle piogge intense che hanno colpito anche il nostro territorio, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini lancia un appello al Governo affinché «rispetti il lavoro degli enti locali e non impedisca loro di operare. «Il pericolo – annuncia Fontanini – è che i tagli di fondi in nome di risparmi o, all’anglosassone, di spending review, rischiano di trasformarsi in disservizi per i cittadini. L’auspicio – prosegue Fontanini – è che possa aver seguito quanto stabilito dalla Corte costituzionale il 31 ottobre scorso ovvero che il Governo non possa prelevare d’impero soldi al Friuli Venezia Giulia senza aver concordato i tagli con la Regione».
Per Fontanini infatti, oltre al fatto che quanto stabilito dalla Consulta è sacrosanto, vi è il rischio concreto di mettere in discussione il funzionamento dei bracci operativi del Governo centrale ovvero Regioni, Province e Comuni. «Forse non è chiaro a chi siede a Roma e fa il tecnico “aggiusta-Paese” che taglio significa riduzione di fondi agli enti locali. E ciò equivale a minor capacità di dare risposte al territorio. Per cui qui non si tratta di tagliare una festa o qualche portaborse, ma si tratta di ridurre gli investimenti per il territorio. A fronte della necessità di rispettare il patto di stabilità e con la scure di tagli pari a un miliardo per il Friuli Venezia Giulia, sono curioso di vedere cosa potranno fare gli enti locali a livello operativo». Per rendere meglio l’idea Fontanini passa a esempi concreti. «In questi giorni vi sono state frane e smottamenti: eventi difficilmente prevedibili in quanto dovuti a eccezionali eventi atmosferici. Se guardiamo allo stesso tipo di episodi riferiti a 10 anni fa – continua Fontanini – sicuramente l’incidenza di cedimenti e frane era maggiore: ciò in base al fatto che si è lavorato giorno dopo giorno con interventi di messa in sicurezza.
Ma se i fondi cominceranno a scarseggiare gli interventi preventivi si ridurranno all’osso e si comincerà a lavorare a fronte di emergenze e in base ai soldi che vengono assegnati a disastro avvenuto. Forse in altre parti d’Italia è prassi – ironizza Fontanini – qui in Friuli no. O forse dovremmo iniziare a farcene una ragione. Io però, da amministratore locale, quando dovrò giustificarmi davanti a cittadini che rivendicano quello che è giusto, saprò con certezza cosa rispondere, saprò bene di chi sono le responsabilità. Si tratta tuttavia di previsioni che mi auguro non si concretizzino». Fontanini dunque rivendica l’autonomia della nostra Regione. «I soldi che i cittadini pagano qui con le tasse (ovvero i 6/10) – ribadisce Fontanini – servono a gestire una sanità di altissimo livello e un a serie di servizi che gli enti forniscono ai cittadini».