Su proposta dell’assessore Virgili, la Giunta ha approvato la delibera che permetterà ai genitori di figli fino a 6 anni di scegliere di avvalersi di un orario con un rientro pomeridiano in meno
Un aiuto concreto alle famiglie. È quello dato dall’amministrazione provinciale attraverso un provvedimento approvato oggi dalla Giunta e che riguarda l’orario di lavoro del personale con figli fino ai 6 anni. «Si tratta di un aiuto circoscritto – spiega l’assessore al personale Mario Virgili – in quanto riguarda il personale impiegato nell’ente, ma rappresenta ugualmente un esempio di buone pratiche per il mondo del lavoro».
Attualmente il personale dipendente a tempo pieno della Provincia di Udine rispetta un orario di 36 ore settimanale suddiviso in tre giorni in cui c’è il rientro pomeridiano e in due giornate senza rientro. I tre rientri (uno in più rispetto al vecchio orario) sono stati adottati dall’attuale esecutivo per migliorare i servizi erogati ai cittadini. «Abbiamo visto che, soprattutto mamme con figli piccoli – aggiunge Virgili –, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario si sono viste costrette a chiedere una riduzione dell’orario. Tale decisione, dunque, determinerà significativi benefici sia per il personale dipendente che per l’amministrazione: in primis consentirà ai genitori di accudire adeguatamente i figli minori e di non far gravare sulle famiglie i costi connessi. Per l’amministrazione provinciale si prevede una diminuzione dell’incidenza del part time tra il personale dipendente visto che spesso, la richiesta della riduzione dell’orario di lavoro è dovuto a problematiche di questo genere. E la riduzione dei part time porterà anche a una diminuzione dei costi per la Provincia».
Con l’approvazione della delibera, dunque, i genitori di bimbi fino ai 6 anni potranno decidere se continuare a lavorare con il vigente orario (tre rientri settimanali) oppure adottare quello ante 2010 con due soli rientri (ciò è possibile in quanto le due giornate “lunghe” hanno un monte ore maggiore e una pausa pranzo ridotta).
Sull’adozione del nuovo provvedimento, l’intervento anche del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini. «Siamo il Paese agli ultimi posti per natalità in Europa e ciò è determinato da molteplici fattori: tra questi anche il fatto che il nostro non è considerato un Paese family friendly. Nessuno può conoscere il problema prima di entrare nella categoria genitori, momento in cui è costretto a fare i conti con alcuni problemi oggettivi: in Italia, ad esempio, le rette degli asili nido sono altissimi e, i posti in quelli pubblici, sono inferiori alla domanda. Inoltre c’è una totale “asincronia” di orari tra scuole per l’infanzia e posti di lavoro: le scuole materne statali il pomeriggio chiudono alle 16 orario in cui i genitori sono ancora al lavoro. I genitori che non hanno il supporto dei nonni debbono fare dei veri e propri salti mortali. Ritengo – prosegue Fontanini –, anche se non è giusto generalizzare stante che, attualmente, i problemi sono molti come l’incertezza per il lavoro e la crisi delle famiglie, che gli amministratori pubblici debbano prendere in mano la questione famiglia con forza. La nostra società si fonda sulle famiglie e non è giusto che queste siano lasciate sole nell’affrontare la difficoltà di crescere i propri figli».