L’incontro dedicato alla figura di Armando Pizzinato in programma venerdì 19 aprile nell’auditorium di PArCo (viale Dante 33 a Pordenone) a margine della mostra in corso a lui dedicata (nelle due sedi PArCo – Galleria d’arte moderna e contemporanea e Galleria Sagittaria) approfondirà un aspetto fondamentale della sua vita, ovvero l’adesione alla Resistenza. Per molti italiani infatti l’8 settembre 1943 rappresentò il tempo delle “scelte”. Lo fu anche per Armando Pizzinato, allora giovane insegnante all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che dopo l’annuncio dell’armistizio e la rinascita del fascismo non esitò a schierarsi militando attivamente nelle file della Resistenza veneziana. A lui, che assunse il nome di battaglia “Stefano”, il Pci affidò il delicato incarico di responsabile della stampa e propaganda clandestina.
Un impegno che nel gennaio 1945 lo portò all’arresto e alla detenzione nel carcere cittadino, da dove riuscì a fuggire partecipando alle giornate insurrezionali nella sede dell’Accademia di Belle Arti, divenuta il principale centro operativo del movimento di liberazione veneziano. Ad illustrare questo quadro storico sarà Marco Borghi, direttore dell’Iveser, Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea. A portare una preziosa testimonianza sarà Renzo Biondo, presidente onorario dell’Isever, che col nome di “Boscolo” partecipò alla Resistenza in Valcellina. “Conobbi Armando – racconta Biondo – successivamente perché durante la Resistenza io ero sulle montagne e lui a Venezia, inoltre lui militava nel Pci e io nel Partito d’Azione, tra noi c’era amicizia, un grande rispetto e la condivisione degli ideali antifascisti. Lo ricordo come un uomo mite, sempre sereno, ricco di spirito. Ne ammiravo la coerenza e la fedeltà ai propri ideali. Volli acquistare un suo quadro “Bandiere rosse”, che conservo con particolare affetto.” Alla Resistenza Pizzinato dedicò diversi quadri tra cui “Liberazione di Venezia” presente in mostra.