«Questo Paese è feroce con chi rischia del suo. Usciremo dalla crisi solo dando ossigeno a quei pazzi che creano impresa e posti di lavoro. Oggi sono loro i veri eroi».
Ne è convinto il giornalista Luca Telese che lunedì scorso a PordenonePensa, nel magnifico salone abbaziale di Sesto al Reghena stracolmo di gente, ha presentato il suo libro “Gioventù, amore e rabbia” dedicato agli italiani che non si arrendono e vogliono cambiare sul serio le cose.
Intervistato con verve e intelligenza dal direttore di TelePordenone Gigi Di Meo, Telese ha raccontato quasi con ispirazione letteraria «l’Italia del coraggio, l’unica cosa che abbiamo». Un Paese, il nostro, «tremendamente complesso dove l’Imu è sospesa e non si capisce se c’è o non c’è, insomma una farsa all’italiana». Ma proprio a causa di questa complessità «non si può generalizzare e alla fin fine bisogna giudicare le persone e i fatti» anche perchè «esistono politici seri che amministrano i bilanci comunali con l’oculatezza del buon padre di famiglia».
L’autore ha parlato anche del mondo impazzito dell’informazione in cui «la notizia della morte di Sara Scazzi è stata comunicata alla madre in diretta televisiva, una roba da matti». E in questo confuso contesto il giornalista diventa una sorta «di medico o sacerdote che deve aiutare a capire la violenza che ti arriva in un nanosecondo via web e televisione».
Una professione, quella di giornalista, «un tempo privilegiata e