Potente, commovente, ispirata, elegante.
Sono questi gli aggettivi più usati per descrivere Cheryl Porter, cantante black che ieri sera, a Sacile, ha scaldato gli animi degli appassionati accorsi in massa per incontrarla. La serata faceva parte del cartellone di Pordenone Pensa – rassegna culturale organizzata da Circolo Culturale Eureka e Provincia di Pordenone – ed è stata condotta dal giornalista Orazio Cantiello.
Tra una domanda e una performance canora la Porter si è rivelata a 360°, tra confessioni personali e professionali. Bellissima, la pelle d’ebano incorniciata dai lustrini dell’abito da sera e dai gioielli, ha intrattenuto il pubblico con simpatia, freschezza e un italiano invidiabile. La cantante americana ha infatti studiato canto lirico in Italia e ha poi sposato un italiano, Guido Torelli, con il quale vive nel vicentino e che la accompagna in ogni sua uscita.
“Per una come me, nata a Chicago, dove tutti fanno musica nera, l’avvicinamento alla lirica è stato un caso – ha raccontato – avevo circa 11 anni. Un giorno accesi la tv e, durante una pubblicità, sentii una voce, un modo di cantare sconosciuto e bellissimo. Poi scoprii che era la voce del Maestro Luciano Pavarotti, che cantava il Nessun Dorma”.
E, più avanti, la Porter – insieme a Bono, Bocelli e Zucchero – avrebbe cantato proprio al matrimonio del tenore emiliano, che ne aveva apprezzato le doti su un filmato fornitogli da Luca Cordero di Montezemolo. “Quando il Maestro mi ha baciato la mano non me la sono lavata per un mese”, scherza lei.
Ma il percorso della Porter come cantante non è stato diretto: “non avevo nessuna intenzione di diventare una singer, perché ero convinta di avere una brutta voce. Stavo invece studiando per fare l’attrice, ma cantare mi piaceva tantissimo. Furono i miei insegnanti a spronarmi. Così, in occasione di un challenge nella mia università, chiesi al Signore: “se mi dai la voce Ti prometto di portare il Tuo nome nel mondo e di cantare per Te ovunque”. Da allora la Porter, un passo dopo l’altro, non ha più abbandonato il canto e nemmeno le sfide: “se vuoi cantare devi crederci tanto – ha detto – gli ostacoli sono molti, ma ogni volta che ti trovi davanti un muro è perché sei sempre più vicino all’obiettivo”.
Un’iniezione di fiducia, la sua, che ha aggiunto: “quello che tu puoi immaginare, puoi realizzare. Ciò significa che puoi avere la vita che vuoi”.
Tra una battuta e l’altra, la Porter si è esibita – magistralmente accompagnata dal pianista Rudy Fantin – in Over the Rainbow (“la mia canzone preferita – ha aggiunto – perchè parla dell’importanza di credere nei sogni”), Your Song, What a Wonderful World, Georgia on my Mind, ma la standing ovation è arrivata con la sua interpretazione di Se stasera sono qui, pezzo di Mina, alla quale ha tributato ben 3 album.
Pordenone Pensa continua fino al 14 giugno con:
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