L’Udinese rifila un perfetto 0 a 3 al Paok (peggior passivo interno di sempre dei greci in competizioni UEFA) e torna da Salonicco con la qualificazione agli ottavi di finale. Non ingannino i 12 corner del Paok contro i soli 3 dell’Udinese, al Toumba non c’è stata mai partita e l’Udinese ha controllato l’avversario dall’inizio alla fine, correndo pochissimi rischi.
Alla vigilia molti erano i timori per un incontro che, dopo il pareggio senza reti del Friuli, nascondeva mille insidie. Non ultima quella di uno stadio riscaldato da una tifoseria rinomata per essere davvero il dodicesimo uomo in campo. Ma quell’uomo in più è stato stordito già al 5° minuto dal colpo di testa di Danilo e poi reso innocuo al 14° da un missile terra-aria di Floro Flores, che batte magistralmente una punizione su invito di Domizzi. La chiave della gara è stata proprio questa: l’Udinese non ha lasciato il tempo al Paok di impostare la partita; da due calci da fermo (un corner ed una punizione dalla tre quarti), i friulani hanno raccolto il massimo e con due gol all’attivo hanno amministrato il resto dell’incontro nel migliore dei modi. La partenza a testa bassa del Paok, spinta dai suoi calorosi sostenitori, ha facilitato molto il compito degli arancioni disposti dal “Guido” con un classico 3-5-1-1 (a tratti 3-4-1-2). I padroni di casa, giocando più aperti rispetto all’andata, hanno dato infatti la possibilità agli ospiti di manovrare con facilità e di esprimere il proprio gioco. Così, la già troppo lunga astinenza da gol bianconera ha visto la sua fine a Salonicco, con le realizzazioni dei due difensori Danilo e Domizzi e di Floro Flores.
Tra le prime due realizzazioni anche quello che sarebbe stato l’autogol più roccambolesco di questi ultimi tempi, con il portiere greco Kresic che rinvia la palla in pieno viso di un suo difensore e la stessa che esce di poco dallo specchio della porta. Dopo il doppio vantaggio friulano, i greci si lasciano prendere dal nervosismo e si rendono protagonisti di una lunga serie di interventi estremamente fallosi che avrebbero meritato, da parte dell’arbitro norvegese Hagen, ben più cartellini rispetto ai tre gialli estratti nei loro confronti. Fortunatamente, oltre ad un leggero risentimento per Abdì, che è stato costretto ad abbandonare la gara alla fine della prima frazione (sostituito da Battocchio), nessun altro giocatore friulano ha dovuto lasciare il terreno di gioco per infortunio. L’azione più pericolosa del Paok si materializza solo un minuto dopo il raddoppio di Floro Flores con il palo colpito dall’italiano Cirillo. Poi nulla più di attacchi a testa bassa che si infrangono contro il folto centrocampo dell’Udinese (cresciuto sensibilmente con l’innesto di Asamoah) e la solida difesa a tre schierata da Guidolin.
Anche la seconda frazione di tempo ha visto il Paok partire a tutta e l’Udinese sfruttare gli spazi lasciati dai bianconeri di casa. Al primo affondo sulla sinistra Floro Flores si guadagna il rigore (secondo noi un po’ generoso), che consente a capitan Domizzi di portare a 3 le reti friulane e di chiudere definitivamente il discorso qualificazione. Oltre agli interventi fallosi, i greci si abbandonano anche ad ingiustificate proteste, dimostrando di aver perso del tutto il controllo del match. L’Udinese ne approfitta e sfiora anche il poker, prima con Fabbrini (sostituito a metà secondo tempo da Armero) e poi con Floro. Il resto del tempo non ha molto da raccontare, se non una lunga serie di calci d’angolo dei padroni di casa che non producono nessuna situazione pericolosa per la porta di Handanovic. Nei minuti finali c’è anche spazio per Ferronetti che subendra ad un ritrovato Benatia.
L’Udinese è risultata, per tutto il match, molto più precisa e attenta rispetto agli ultimi incontri disputati, dimostrando di voler riprendere il proprio cammino, sia in campionato che in coppa, senza ulteriori indugi. L’avversario greco, per la verità, non è sembrato tecnicamente all’altezza neanche nell’incontro di andata, ma l’Udinese non ha comunque commesso l’errore di sottovalutarlo o peggio di lasciarsi intimorire dall’ambiente “ostile”. Un segnale di chiara maturità insomma, evidenziato in campo con una squadra sempre compatta, pulita nelle giocate e capace questa volta di accelerare e pungere l’avversario.
Tirando le somme, una qualificazione che da nuove energie all’Udinese e che mette la parola fine a questo breve ultimo periodo, avaro di risultati positivi e di gol. Sarà quindi un rientro trionfale quello dei bianconeri dalla Grecia. Ad accoglierli all’aeroporto di Ronchi dei Legionari tanti i tifosi che, come molte volte accaduto nella scorsa stagione, non vogliono perdere l’occasione per far sentire il proprio affetto a questa squadra ed al suo condottiero.
G. Bertozzi