Esperienza al di sopra delle aspettative, mercato interessante, clienti potenziali entusiasti, ottimi contatti, opportunità inedite. Sono i commenti a caldo delle aziende del Distretto della Sedia (Riccardo Rivoli Design, Palma, Klass, L’Abbate, Piaval), reduci della Fiera di Jeddah; accompagnate dall’Asdi Sedia con il sostegno attivo della Camera di Commercio, si sono presentate in Arabia in forma aggregata alla prestigiosa vetrina “Decofair” sotto l’egida del marchio internazionale ICD-Italian Chair District. E tutte si dicono già pronte a partecipare alla prossima fiera, in programma il prossimo febbraio a Stoccolma.
“Jeddah è stata un’esperienza davvero soddisfacente, abbiamo avuto positivi contatti con diverse tipologie di interlocutori: costruttori, privati, architetti che stanno lavorando a progetti di residence ed alberghi – riferisce il titolare della Riccardo Rivoli Design. – Quanto alla partecipazione aggregata, siamo stati tra i primi a credere in questa modalità di approccio ai mercati internazionali. Eravamo presenti anche a Colonia e a Bruxelles e intendiamo continuare questa formula di collaborazione, perché unire le proprie forze a quelle di altre aziende è l’unico modo per avvicinare nuovi mercati.”
“Il nostro gruppo ha sicuramente rappresentato una novità all’interno della fiera – aggiunge Daniele Musig della Palma -, ci siamo confrontati con interlocutori molto strutturati e per questo è stato fondamentale presentarsi uniti sotto l’Italian Chair District”. Essendo le realtà del distretto di dimensioni medio-piccole, singolarmente sarebbe difficile non solo approcciare questo tipo di mercato ma anche garantire completezza di gamma e servizi post vendita. “Abbiamo incontrato un mercato in espansione e un clima molto diverso da quello che si respira in Europa negli ultimi anni”. Anche Musig ribadisce la validità della formula di partecipazione aggregata promossa dall’Asdi, già vissuta con successo a Colonia e a Bruxelles: “è l’unico modo per crescere sui mercati più lontani, solo cooperando possiamo trarre dei benefici comuni”.
Commenti positivi pure da Stefano L’Abbate de L’Abbate: “siamo tutti rimasti molto sorpresi dall’affluenza e dall’entusiasmo dei potenziali clienti. È sicuramente un mercato su cui puntare, d’altronde lo avevamo percepito a settembre alla missione della Cciaa a Riyad. Abbiamo trovato un pubblico professionale e preparato, attento alla qualità e in cerca del vero Made in Italy. A fare la differenza, anche in questo caso, è stato l’agire in squadra. L’esserci presentati uniti sotto il cappello dell’Italian Chair District è stato vincente. Avevamo un ottimo posizionamento, accanto a grandi aziende internazionali; una formula che ci ha offerto una notevole visibilità e consentito di contenere i costi, mentre l’Asdi si è occupata di tutta la parte organizzativa”. Jeddah è stata per L’Abbate la seconda esperienza dopo la partecipazione alla fiera di Bruxelles a maggio: “è innegabile che con questa modalità, e con il supporto della Camera di Commercio, è davvero più facile promuoversi sui mercati internazionali”.
Silvano Guion della Klass solitamente si presenta sui mercati internazionali da solo, “ma l’Arabia Saudita era per noi un paese nuovo e abbiamo ritenuto importante avvicinarlo con l’iniziativa di gruppo proposta dall’Asdi. È stata un’esperienza positiva e di gran lunga superiore alle aspettative in termini di contatti e di pubblico. La formula aggregata rappresenta senz’altro un elemento di forza e di visibilità, tant’è che abbiamo già deciso di aderire al prossimo progetto dell’Asdi, programmato a Stoccolma il prossimo febbraio”.
Jeddah rappresentava una fiera del tutto nuova per Piaval, che aveva raccolto informazioni ma non immaginava che fosse “così seguita e frequentata sia da un pubblico professionale che privato – riporta Lorenzo Piani -. La posizione all’interno della fiera era di rilievo rispetto ad altri partecipanti, e l’essere riuniti sotto l’Italian Chair District ci ha dato un indubbio risalto. Gli operatori si sono avvicinati con interesse, hanno apprezzato la nostra qualità e soprattutto sono rimasti molto soddisfatti nell’apprendere che la produzione di tutte le aziende che componevano il gruppo è radicata in Italia. Sono molto attenti a questo aspetto, cercano una vera produzione Made in Italy”.