Ieri il Parlamento Europeo ha rigettato a grande maggioranza a Strasburgo la proposta di regolamento relativo alla produzione e alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale presentata dalla Commissione Europea approvando invece una risoluzione legislativa (663 votanti, 511 favorevoli, 136 contrari e 16 astenuti) che ha presentato all’Esecutivo Europeo la posizione del Parlamento Europeo.
Il Parlamento Europeo ha voluto con ciò dare alla Commissione un chiaro segnale di voler garantire la sicurezza dell’agricoltura europea e il commercio internazionale delle sementi, ma non a scapito della biodiversità e della libertà dei piccoli coltivatori europei di crescere ed utilizzare le proprie sementi, minacciate dagli interessi delle grandi multinazionali rigettando in toto la proposta della Commissione Europea.
Zanoni aveva presentato in Commissione Ambiente una quarantina di emendamenti per tutelare le sementi insieme alle associazioni italiane ed europee che lottano per la tutela dei semi locali e dei piccoli produttori anche non registrati. Si tratta del “Plant Reproductive Material Law” che punterebbe ad istituire un organo di controllo, l’Agenzia delle varietà vegetali europee, per analizzare ed approvare ogni pianta e seme coltivati in territorio europeo.
Legambiente FVG ed AIAB-FVG reputano di grande valore il voto del Parlamento Europeo perché dimostra come, anche in questo caso, la volontà dei rappresentanti sia molto più chiaramente orientata ad una vera salvaguardia dell’agricoltura europea di quanto non faccia la Commissione, sempre più allineata a garantire gli interessi delle multinazionali sementiere e degli OGM.
Tuttavia il lavoro del Parlamento non è ancora terminato, ed anzi proseguirà con il prossimo e le associazioni sollecitano la revisione della normativa sementiera in vigore in modo tale da rendere legalmente corrette e diffuse pratiche quali la riproduzione delle sementi in azienda e lo scambio. Infatti è importante aver fermato la proposta che avrebbe reso ancor più potenti le multinazionali sementiere, ma al contempo non risolve le problematiche di legalizzazione delle piccole produzioni e scambi.
Se anche le norme del prossimo Piano di Sviluppo Rurale, in via di definizione, sapranno raccogliere la spinta verso un’agricoltura più sostenibile e “contadina”, allora il prossimo periodo di programmazione potrà essere veramente quello della piena affermazione del biologico, settore che registra una crescita in valore di produzione del 7-8 % l’anno e delle produzioni di qualità, grande chance economica e tecnica per il Friuli Venezia Giulia.