Che la volontà di tutti diventi norma cogente, applicata e verificata.
Dopo mesi di confronto con gli organi competenti a livello regionale e nazionale è disarmante dover leggere negli ultimi giorni l’ennesimo rimpallo tra Ministero dell’Ambiente e Presidente Regionale su chi debba intervenire sui campi di Vivaro e Mereto e soprattutto sul perchè non sia già stato fatto.
A questo punto ci sembra conclamata ed innegabile la carenza del decreto interministeriale, che, monco della parte sanzionatoria, non è uno strumento applicabile. Lo ha confermato anche il sottosegretario all’Agricoltura; ma allora, perchè lo scorso luglio i ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute non se ne sono resi conto? E perchè ora (con le trebbie già in moto) continua questo patetico rimpallo di responsabilità?
Allo stesso tempo sappiamo che la Regione da mesi sta lavorando al regolamento di attuazione della Legge Regionale 5/2011; cosa si aspetta per diramarlo? Perchè non è stata fatta circolare nemmeno una bozza? Ci sono forse delle “sorprese” che è meglio non lasciare il tempo di discutere?
Alla riunione della Task Force No OGM del 4 ottobre scorso gli ufficiali del Corpo Forestale dello Stato hanno confermato l’elevato rischio di contaminazione delle colture delle zone ove il mais Mon810 è stato seminato, ma quali misure di tutela sono state messe in atto? Quali sono le garanzie di protezione della sicurezza di agricoltori e residenti nonchè della biodiversità locale?
AIAB, Aprobio, ISDE, Legambiente e WWF reiterano la richiesta alla Regione di essere informati immediatamente sulla gestione del rischio e sul risultato del monitoraggio e di essere messi al corrente al più presto dei contenuti del regolamento attuativo della Legge Regionale.
Ma chiedono con ancora maggior vigore ed urgenza ai Ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute di porre immediatamente rimedio alla vergognosa dimenticanza che ha prodotto un decreto tardivo e nella sostanza inutile.
Regione e Ministeri lavorino congiuntamente per applicare la clausola di salvaguardia che altri Stati europei hanno adottato e trovino di comune accordo il modo efficace e rapido per evitare che la piccola superficie seminata a mais OGM divenga il simbolo del loro fallimento.