In tempi non facili per le piccole imprese, e per lo più in periodi di scadenze impellenti (iva, tasse, 13° e 14° per i dipendenti, F24), non cade certo bene l’art. 62 della legge di regolamentazione delle relazioni commerciali che, su indicazioni europee, dà nuove e restrittive direttive nel settore alimentare. La normativa, entrata in vigore da poche settimane, stabilisce tempi diversi di pagamento per le merci deteriorabili come i freschi (30 giorni) e quelle che non lo sono (60 giorni); una distinzione che appesantisce la burocrazia (va fatta una doppia fatturazione, ad esempio), ma soprattutto allarma chi finora aveva preso accordi con i fornitori definendo di volta in volta i tempi di pagamento. Non solo: la normativa obbliga a un contratto scritto e prevede controlli e multe da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutto corretto, riportano le associazioni di categoria, se non fosse per il poco tempo messo a disposizione per mettersi in regola, cioè entro la fine dell’anno.
Un tema di forte attualità che la CNA tratterà martedì 13 novembre alle ore 17.45, presso il Meeting Point San Marco a Palmanova (partecipazione gratuita), con Gabriele Rotini, responsabile nazionale CNA Alimentare, che illustrerà le proposte avanzate da CNA, e Maria Pia Miani di Interpreta Srl, struttura interpretativa di CNA. Finori gli incontri organizzati sul territorio nazionale dalla CNA hanno registrato il pienone, segno che l’applicazione dell’art. 62 preoccupa davvero le categorie, tant’è che Rete Imprese Italia ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio e ai ministri Passera e Catania in cui si chiede di avviare un confronto per migliorare l’articolo (anche alla luce della mancata pubblicazione del regolamento attuativo), e di stabilire un rapporto diretto con l’Agenzia delle Entrate affinché esprima un proprio parere sulla possibilità di considerare le fatture come contratti di fatto.
“Concordiamo sul divieto delle pratiche sleali e sul requisito della forma scritta dei contratti – spiega Rotini -, ma non essendoci ancora il regolamento attuativo non possiamo fare riferimento a un testo non ufficiale; non sapendo bene come applicarlo, infatti, col rischio di incorrere in sanzioni senza avere gli strumenti per mettersi in regola”. Ad oggi il contenuto dell’art. 62 appare infatti troppo generico; quel che è certo è che prevede sanzioni nel caso l’azienda non rispetti le prescrizioni o non paghi nei termini previsti. La CNA chiede quindi, assieme a Rete Imprese Italia, alcune modifiche quali l’individuazione di una soglia minima, il riferimento alla direttiva europea sui tempi di pagamento e (considerato che il regolamento non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) tempi adeguati per l’adeguamento dei contratti.
“Finora si pagavano le merci secondo gli accordi presi con i singoli fornitori – spiega il referente regionale della CNA Alimentare Fvg Mosè Costaperaria -, ora basterà sforare anche di poco la data prescritta e si rischiano salate multe. Non contestiamo, in generale, la direttiva, che è già presente in Europa e a cui l’italia deve uniformarsi, ma questo è il momento più sbagliato per assegnare a noi piccoli imprenditori ulteriori oneri. Così si mettono solo in ulteriore difficoltà le aziende, già in crisi e alla prese con conti da chiudere entro l’anno”. In sintesi, la CNA Fvg chiede una proroga dell’attuazione dell’art.62 per consentire di regolarizzarsi a partire dal 2013, l’abolizione della distinzione dei tempi di pagamento, che in Europa è per tutte le merci a 60 giorni, e la possibilità di far valere come accordo scritto la semplice fattura.