In una nota diramata nei giorni scorsi il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha reso noti i contenuti del decreto concertato con il Ministro dell’economia che incrementa i pedaggi autostradali a decorrere dal 1° gennaio 2014, come, del resto, previsto dai vigenti contratti di concessione. L’incremento medio a livello nazionale è pari al 3,9% a fronte di una media delle richieste delle società concessionarie del 4,8%. Per ciò che concerne Autovie Venete SpA, la concessionaria che gestisce l’A 4 (Venezia – Trieste), l’A 23 (Palmanova – Udine Sud), l’A 28 (Portogruaro – Pordenone – Conegliano), l’A 34 Villesse – Gorizia oltre alla A 57 (ex tangenziale di Mestre), gli aumenti toccano il 7,17% a fronte di un incremento richiesto del 12,9%. L’aumento ottenuto da questa società si colloca fra i più elevati di quelli concessi – terzo dopo le Autostrade Centropadane e la Strada dei Parchi -, come si può rilevare dall’annessa tabella, ed è di gran lunga superiore alla media nazionale.
A giudizio di Bernardino Ceccarelli, Presidente del Gruppo Trasporti dell’Associazione Piccole e Medie Industrie del Friuli Venezia Giulia – Confapi FVG, gli incrementi autorizzati dal Governo colpiscono principalmente il Nord-Est e, più in generale, le aree più produttive del Paese. A scorrere infatti la tabella si può agevolmente notare come le Autostrade Meridionali e il Consorzio Autostrade Siciliane siano esenti da ogni maggiorazione. In altre parole, lo squilibrio dei pedaggi andrà a penalizzare la parte più importante dell’economia nazionale e, in particolare, le imprese dell’autotrasporto, che non sono in grado d riversare sul prezzo dei servizi tali incrementi di costi.
“Va anche precisato – aggiunge Ceccarelli – che nel contempo, per effetto dei tagli praticati dalla legge 124/2013, sono state ridotte le percentuali di ristorno dei pedaggi pagati dalle imprese di autotrasporto merci sui transiti autostradali di un buon 30%. Il settore, dunque, andrà a pagare uno scotto pesantissimo. Per ciò che riguarda il Friuli Venezia Giulia e Autovie Venete, v’è solo da augurarsi – conclude Ceccarelli – che i marcati aumenti servano davvero a finanziare, almeno in buona misura, gli investimenti per realizzare la terza corsia dell’A4, unica reale e valida contropartita per un aggravio di costi per l’utenza del Nord-Est, che altrimenti non troverebbe alcuna giustificazione”.
Non va dimenticato, infatti, che i vettori dell’Europa centro-orientale se, da un lato, sono i massimi utilizzatori dei tratti autostradali di Autovie Venete, dall’altro, sono in grado di ammortizzare gli incrementi di pedaggio su lunghissime percorrenze. I vettori regionali, i quali ormai operano in larga prevalenza sulle brevi e medie distanze, non hanno alcun margine per diluire questi onerosi incrementi.