Dopo la bocciatura della patata Amflora, ora tocca al nuovo mais OGM 1507 Pioneer
Pochi giorni fa la Corte di Giustizia Europea aveva revocato l’autorizzazione alla diffusione della patata OGM Amflora della BASF; oggi, la Commissione Ambiente Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare (ENVI) del Parlamento Europeo ha approvato con 34 voti a favore, 15 contrari e un astenuto l’obiezione alla proposta di autorizzazione del mais OGM 1507 della Commissione Europea, presentata dall’eurodeputato Andrea Zanoni (PD) insieme ad altri otto colleghi. «Il risultato del voto è stato una grande soddisfazione, perché in questo modo abbiamo compiuto un primo passo verso il blocco dell’iniziativa della Commissione», ha detto l’eurodeputato.
Le associazioni regionali anti OGM esprimono la propria soddisfazione per il lavoro fatto dall’eurodeputato che ha saputo raccogliere ampio consenso sulla sua proposta di obiezione alla Commissione e che ora chiama ad esprimersi direttamente il Parlamento Europeo nel prossimo mese di gennaio.
Il voto di ieri rappresenta un primo importantissimo passo verso il blocco all’iniziativa della Commissione Europea che non conteneva alcun dettaglio sulla tutela di particolari ecosistemi, ambienti e aree geografiche come richiesto dall’articolo 18 e dall’articolo 19 della Direttiva 2001/18/CE.
Dopo i ben tre pareri scientifici di aggiornamento delle valutazioni e la gestione dei rischi prodotti dall’Agenzia Europea di Sicurezza Alimentare (EFSA), la Commissione ha modificato sostanzialmente la proposta originale, ad esempio per quanto riguarda le regole di etichettatura, il monitoraggio e le pratiche del piano di gestione della resistenza degli insetti, senza consentire che questa nuova proposta fosse discussa e votata dal comitato permanente prima di essere sottoposta al Consiglio dei Ministri (articolo 5 della decisione 1999/468/CE).
Ancora una volta, dunque, importanti passaggi procedurali sono stati omessi dalla Commissione, analogamente a quanto avvenuto per la patata Amflora, aprendo un problema di correttezza formale e rispetto delle norme che solo la Corte di Giustizia ha potuto fermare.
In sintonia con l’eurodeputato, anche le associazioni sottolineano come l’obiettivo sia di rimettere in discussione l’adozione a livello europeo del mais OGM 1507 della Pioneer così come le posizioni sugli OGM ancora troppo contrastanti all’interno dei vari Paesi membri i cui quadri normativi presentano ancora troppe lacune.
Prima di proseguire a livello europeo sugli OGM bisogna lavorare affinchè i Paesi contrari al transgenico, come l’Italia, possano tutelare i propri consumatori.
Occorre dunque spronare nuovamente il Governo italiano a normare definitivamente la questione OGM e a far sentire la propria voce in Europa. I decreti di divieto temporaneo servono solo a rimandare la soluzione di un problema che gli italiani chiedono da ormai molto tempo e riassumibile in tre parole: NO agli OGM.
NOTE
L’11 novembre 2013 la Commissione Europea ha deciso di sottoporre al Consiglio dei ministri dell’Ue una proposta per l’autorizzazione alla coltura del mais 1507, immesso sul mercato dalla società Pioneer. Si tratta di un mais modificato in modo da produrre una tossina pesticida e da resistere a forti dosi di un erbicida, il glufosinato. Se approvato, si tratterebbe del secondo mais OGM coltivato in Europa, a fianco del Monsanto 810.
Secondo Greenpeace, l’Agenzia Europea di Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato diversi pareri scientifici che sottolineano il pericoloso impatto delle tossine rilasciate dal mais 1507 nei confronti di alcuni insetti come farfalle e tarme.