“In Gran Bretagna è stato valorizzato l’istituto del referendum e la volontà popolare che attraverso esso si esprime. Il Friuli Venezia Giulia, e in particolare il suo organo legislativo, il Consiglio regionale e il suo Ufficio di presidenza, prenda esempio e dia voce ai cittadini sulla riforma della sanità, sull’istituzione di due province autonome il Friuli e Trieste e sull’abolizione delle Unioni territoriali intercomunali. Auspico che la maggioranza che regge questa Regione consenta ai cittadini del Friuli Venezia Giulia di dire la loro su riforme che rivoluzionano organizzazione della sanità e articolazione degli enti locali, cancellando 4 Province sostituite da 18 mini province”. Lo afferma il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini in relazione agli esiti del referendum inglese. “Oltre a lanciare un segnale importante di cambiamento verso l’Europa, il referendum inglese – aggiunge ancora Fontanini – lascia una testimonianza proprio sul valore del referendum in quanto tale. Sebbene rappresentasse un passaggio cruciale per l’attuale maggioranza di Governo britannica, quest’ultima ha consentito al popolo di esprimersi. Ora la volontà di quella comunità dovrà essere soddisfatta entro 2 anni. Tale celerità non si vede, invece, nel nostro Paese: indicativo il caso Sappada e le istanze ancora non soddisfatte di quella comunità dopo 8 anni dalla richiesta di passaggio nella nostra regione. E in Fvg, probabilmente, non si terrà la consultazione referendaria per istituire, nella nostra Regione, le due province autonome di Friuli e Trieste sul modello del Trentino Alto Adige. Un modello che funziona, che viene da tutti elogiato e riconosciuto per la sua efficienza e virtuosità e anche per la ferrea difesa delle minoranze. Perché non chiedere ai nostri cittadini come la pensano al riguardo? – chiede Fontanini – Forse perché l’esito preoccupa e potrebbe essere troppo scontato ovvero a favore della proposta e contro la nuova geografia istituita dalla maggioranza regionale. Credo che riforme di questa portata debbano essere sottoposte al vaglio dei cittadini per poi accogliere il risultato e agire di conseguenza”.
Quanto agli esiti del referendum inglese, “il voto in Gran Bretagna deve essere interpretato come un avvertimento all’Europa – aggiunge Fontanini – che deve essere meno l’Europa centralista, delle finanza, delle troppe regole per tutti e su qualsiasi settore e più “Europa dei popoli” come la intendeva anche pre Checo Placerean”.