Ilaria Cecot, assessore al Lavoro della Provincia di Gorizia, assieme al Sindaco di Mossa, Elisabetta Feresin, hanno incontrato oggi le parti sociali interessate al “caso Astrel” con l’obiettivo principale di fare il punto della situazione e ricercare eventuali spazi di manovra.
A conoscenza della situazione, l’Assessore provinciale e il Sindaco hanno deciso di organizzare un incontro urgente con i vertici aziendali, prima del 13 gennaio, giorno della ripresa delle attività aziendali e data in cui, secondo i programmi della Astrel, partirebbe il procedimento di messa in mobilità.
All’Astrel, azienda con sede legale e produzione a Mossa, è in pericolo la stabilità occupazionale di 77 lavoratori di cui 29 impiegati e 48 operai. La situazione odierna nasce a fronte dell’esaurimento di un percorso di ammortizzatori sociali (CIGS) utilizzati dall’11 agosto 2010, della CIGO per 47 settimane dall’11 agosto 2010 al 31 marzo 2012 e per ultimo il contratto di solidarietà difensivo per 12 mesi a decorrere dal 2 aprile 2012.
Sulla base di questo e nel perdurare degli effetti della crisi, l’azienda ha provveduto a comunicare che potrebbe non essere attuata la rotazione prevista per numero massimo di 15 lavoratori tra operai e impiegati. Il rischio è la mobilità a partire dal 30 marzo 2014.
Per questi motivi, le RSU e i sindacati competenti, hanno informato Provincia e Comune della ragionevole possibilità di estendere il contratto di solidarietà difensivo per ulteriori dodici mesi, in maniera tale da raggiungere la prossimità della scadenza del quinquennio, con la speranza, nel migliore dei casi, di un miglioramento della situazione economica aziendale che non renda necessaria la messa in mobilità del numero di lavoratori sopra indicato o che quantomeno renda possibile una tempestiva formazione degli occupati al fine di una ricollocazione occupazionale.
Informando i presenti della volontà di incontrare anche le istituzioni regionali, le RSU e i sindacati, sostengono con forza la volontà di dare avvio a una vertenza facendo tutto il possibile, nel caso in cui i vertici aziendali non ritengano opportuno, come già dichiarato, di accettare un ulteriore anno di contratto di solidarietà difensivo, con il conseguente licenziamento di 15 addetti.
L’Assessore Ilaria Cecot: “La situazione si prospetta particolarmente complessa. L’ipotesi prospettata dalle parti sociali a nostro avviso fornisce il tempo necessario per monitorare l’eventuale ripresa della situazione economica dell’azienda nonché garantisce la possibilità della presa in carico del personale, che con un adeguato percorso di formazione potrebbe trovare una riqualificazione professionale”.