Non riparte l’iter al Senato per il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli. Ieri, l’aula non ha inserito il ddl nel calendario dei lavori fino al 5 maggio come richiesto dalla senatrice Laura Bellot. Appresa la notizia, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini che lunedì ha incontrato il sindaco Piller Hoffer e i rappresentanti del Comitato referendario, rileva come l’esito del dibattito a palazzo Madama rappresenti la conferma dell’assoluta mancanza di coerenza tra le dichiarazioni espresse nei giorni scorsi dalla presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani, vicesegretaria del Pd, oltre che del capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato. Annunci e prese di posizione che, secondo il presidente Fontanini, manifestano vicinanza alle istanze della popolazione sappadina, ma che, nel concreto, non stanno portando a nulla. Dopo 8 anni, la richiesta dei sappadini, suffragata dal referendum, resta ancora sulla carta malgrado i recenti solleciti, da parte della popolazione stessa attraverso il primo cittadino e il Comitato, a giungere a un responso definitivo.
Se il ddl Sappada non procede, ad andare avanti in modo celere è, invece, l’esame della legge costituzionale di modifica dello Statuto del Fvg (ultimo passaggio al Senato la prossima settimana) che porta con sé l’abolizione, nella nostra regione, delle Province. Il presidente Fontanini rimarca come in questo caso la presidente Serracchiani abbia saputo imprimere un’accelerazione all’iter senza considerare l’esito del referendum cui sarà sottoposta l’intera riforma costituzionale di recente approvazione. Nel caso in cui venisse respinta come peraltro già accaduto in passato con il referendum del 2006, il Fvg si ritroverebbe con uno Statuto difforme dalla Costituzione e quindi impugnabile per illegittimità di fronte alla Corte Costituzionale.