Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro tra l’assessore alle Pari opportunità Ilaria Cecot, il consigliere provinciale Stefano Cosma e il Garante per i diritti delle persone private delle libertà personali, don Alberto De Nadai, nominato dalla Provincia di Gorizia nel giugno scorso.
Un incontro in cui si è parlato sia della situazione carceraria regionale, sia della situazione al CIE e al CARA, visto che, con una deliberazione del Consiglio provinciale, don Alberto è stato nominato Garante, ma ampliando le sue competenze anche ai due istituti di Gradisca d’Isonzo.
Don Alberto ha spiegato che nei giorni scorsi, assieme agli altri Garanti della regione, ha incontrato l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Tedesca, e il presidente della Commissione regionale Tutela salute e Servizi sociali, Franco Rotelli, per avviare l’iter che consenta anche ai detenuti di avvalersi delle servizio sanitario regionale, possibilità che, nonostante l’autonomia amministrativa della Regione, non esiste ancora.
De Nadai ha poi voluto sottolineare la necessità di costruire, per condanne miti o per persone in attesa di giudizio, percorsi alternativi al carcere, attraverso specifici progetti di reinserimento e utili alla collettività, magari in accordo con Comuni, associazioni e cooperative di volontariato. Anche per questo si augura che i lavori di ristrutturazione della Casa di Farra vengano eseguiti in modo adeguato rispetto alle norme vigenti in materia di accoglienza e di servizi a cui i detenuti hanno diritto.
Si è poi discusso delle madri detenute con figli di età inferiore ai tre anni, bimbi costretti a crescere in carcere, a volte senza neppure le strutture e i servizi necessari. Per questo motivo il Garante provinciale si muoverà per creare strutture ad hoc per le detenute e i loro figli e sensibilizzerà le associazioni, gli enti e i cittadini affinché dedichino l’assistenza e l’aiuto adeguato, in funzione del valore rieducativo della pena.
Nei prossimi giorni don Alberto De Nadai incontrerà il Prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, a cui illustrerà la sua figura e attività di Garante per i diritti delle persone private delle libertà personali. Inoltre, assieme agli uffici della Provincia, affronterà un percorso di formazione per lavorare all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo e chiederà l’autorizzazione permanente di accesso alla struttura.
L’incontro si è concluso con l’auspicio, da parte di don Alberto, affinché, dopo la sua ristrutturazione, il carcere di Gorizia continui nella sua funzione, con servizi sempre più adeguati al reinserimento nella società dei detenuti.