Il presidente della Provincia Alessandro Ciriani ha incontrato ieri mattina il console generale degli Stati Uniti d’America, Kyle R. Scott
Nella mezz’ora di meeting che si è svolta nella sede dell’ente di largo San Giorgio, Scott e Ciriani hanno parlato di economia e politica, toccando temi quali la crisi, le imminenti elezioni e, ovviamente, i rapporti tra americani e italiani. Scott ha testimoniato come gli americani si trovino bene in provincia, si sentano integrati e, inoltre, contribuiscano all’economia locale, e Ciriani ha riferito che Aviano e il territorio pordenonese hanno ospitato numerose generazioni di americani che poi si sono fermate e hanno messo su famiglia.
La conversazione si è poi spostata sulla situazione economica locale: “Il nostro è un piccolo territorio, a misura d’uomo, che ha avuto un’esplosione produttiva negli anni ‘60/’70 e che, per anni, ha trainato il mondo – ha illustrato Ciriani al console americano – fino al 2007 la nostra regione registrava il 3% di disoccupazione. Oggi ci sono 8000 disoccupati, numero che ci piazza al quarto posto in Italia per occupazione dopo Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta”. Ciriani ha comunque confermato che oggi la situazione è pesante poichè sta arrancando il tessuto delle medie/piccole imprese che hanno costituito da sempre la base dell’economia locale; e inoltre che le difficoltà sono legate anche al fatto che il sistema bancario non ha svolto la sua funzione di accesso al credito ed è sempre diffidente a finanziare le idee.
Non è mancato un raffronto tra politica italiana ed americana: “Mi stupisco sempre della grandezza del vostro Parlamento – ha detto Scott – quello americano, che rappresenta 300 milioni di persone, ha solo 100 senatori, mentre quello italiano, che rappresenta 60 milioni di persone, ne ha oltre 600”. Scott ha riferito poi un certo disamore degli statunitensi nei confronti della classe politica, anche se non così marcato come in Italia. “La disaffezione alla politica nazionale ha provocato una diffidenza anche nei riguardi di quella locale e si è ripercossa sul rapporto del cittadino con noi – ha incalzato Ciriani – oggi non si confrontano più i programmi del candidato ma è tutta una corsa a difendere il proprio capo-fazione”.
Si è poi parlato delle elezioni e della specialità regionale: “Credo che alle urne gli italiani si divideranno – ha affermato Ciriani – ciò comporta il rischio di un parlamento spezzettato, soprattutto al Senato, dove sarà difficile affrontare i problemi e le proposte”. “La linea politica nazionale chiede l’abolizione dell’autonomia e della specialità regionale perché la reputa un privilegio – ha continuato – ma noi non l’abbiamo mai vista così. Ci paghiamo da soli la Sanità, abbiamo i conti in ordine, manteniamo enti locali, trasporto pubblico e infrastrutture; in 5 anni abbiamo ridotto il nostro debito adottando la spending review in tempi non sospetti. Perciò per noi è un’offesa essere trattati al pari di chi ha sempre sperperato e si è affidato puntualmente ai soldi dello Stato per appianare il suo deficit”.