“Un connubio importante fra
università, istituzioni e imprenditoria che ha reso possibile la
realizzazione di un nuovo tampone salivare le cui caratteristiche
di affidabilità sicurezza e velocità lo rendono un’arma
importante nella lotta contro il Covid-19. Un progetto che
diventa anche simbolo della capacità di innovazione del Friuli
Venezia Giulia e una valida collaborazione tra pubblico privato”.
È il commento di Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli
Venezia Giulia, in occasione della conferenza stampa moderata dal
direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, sul nuovo
sistema diagnostico salivare nato dalla collaborazione tra
Biofarma Group e l’Azienda sanitaria universitaria Friuli
Centrale.
“Si tratta di un test molecolare che presenta un’affidabilità
maggiore rispetto all’attuale gold standard, ovvero il tampone
nasofaringeo – ha sottolineato il governatore del Friuli Venezia
Giulia – e oggi possiamo essere orgogliosi di proporre un
prodotto che sarà in grado di cambiare in meglio la possibilità
di tracciamento, diagnosi e il conseguente contenimento del
virus”.
Fedriga ha voluto motivare la presenza dell’Amministrazione
regionale in conferenza stampa: “non siamo qui per prenderci
meriti ma per far conoscere questo progetto che rappresenta un
passo avanti nella lotta al virus”.
Tra i temi affrontati dal governatore anche quello relativo
all’importanza di vaccinarsi: “oggi c’è una paura diffusa, fra
l’altro priva di fondamento, sulla validità di Astrazeneca – ha
detto – su cui c’è l’indiscusso avvallo del mondo scientifico.
Il vaccino è l’unica arma per ambire a tornare alla normalità;
sarebbe drammatico se oltre alle difficoltà di approvvigionamento
dei vaccini vacillasse l’adesione alla campagna vaccinale”.
Come è stato illustrato, i principali vantaggi del sistema
diagnostico salivare si traducono in semplicità di
somministrazione, velocità e ripetibilità di prelievo, nessuna
invasività per chi si deve sottoporre al test, sicurezza per gli
operatori sanitari ed elevata affidabilità grazie alla maggiore
sensibilità clinica nel rilevamento del virus Sars-CoV-2.
“La disponibilità di questo nuovo sistema diagnostico – ha
evidenziato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con
delega alla Salute, Riccardo Riccardi, presente all’incontro
assieme all’assessore regionale alle Attività Produttive e al
Turismo, Sergio Emidio Bini – è un grande risultato, reso
possibile grazie alla collaborazione e all’impegno di
istituzioni, ospedale e un’azienda del territorio. Il nuovo
tampone salivare è uno strumento fondamentale per il tracciamento
e la sorveglianza ed è più affidabile e meno invasivo, penso ai
bambini e alle persone fragili, inoltre non appesantisce il
sistema sanitario e, in questo momento, è un aspetto non banale”.
Riccardi ha poi sottolineato la preoccupazione per l’andamento
del contagio soprattutto nelle ex province di Udine e di Gorizia
e per la pressione sul sistema ospedaliero rimarcando il ruolo
fondamentale dei vaccini “che sono l’unico elemento di contrasto
al virus”.
Il sistema diagnostico è pronto e disponibile per essere
utilizzato in modo esteso, partendo proprio dal Friuli Venezia
Giulia, dove dalla fase pilota sono emersi ottimi risultati sia
nelle performance sia in termini di sostenibilità dei costi.
L’assessore Bini ha richiamato il lavoro dell’Amministrazione
regionale con la nuova riforma dell’economia SviluppoImpresa,
recentemente approvata dal Consiglio regionale che ha
implementato e rafforzato i già molti strumenti a disposizione
delle imprese per conseguire obiettivi sempre più importanti,
anche al fine di una maggiore competitività nel mutato panorama
economico.
“Nell’individuazione delle filiere strategiche regionali – ha
precisato Bini – abbiamo voluto inserire anche quella del
biomedicale, che rappresenta un settore in crescita con
prospettive di forte sviluppo. Ancora una volta gli imprenditori
e le aziende della nostra Regione si dimostrano realtà
d’eccellenza, mi complimento con Biofarma Group che si distingue
per i risultati raggiunti sia nel panorama nazionale che in
quello internazionale”.
Nel dettaglio l’innovazione del sistema diagnostico si basa
sull’utilizzo di un nuovo liquido reagente che consente di
trasportare e conservare più a lungo i campioni da tampone per
Covid-19, riducendo al minimo le variazioni ambientali del
materiale di analisi e consentendo un aumento della sensibilità
clinica del test molecolare del 12% rispetto ai tamponi naso
faringei. Il liquido fissa e conserva l’Rna del virus e lo rende
inattivo, consentendo agli operatori sanitari di condurre le
analisi in sicurezza e di poterle effettuare anche a distanza di
48 ore o di ripeterle, senza avere conseguenze sulla
conservazione del campione o sul risultato.
È intervenuto ad illustrare le caratteristiche del nuovo tampone
salivare Francesco Curcio, professore di Patologia clinica del
dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine e direttore
del dipartimento di Medicina di laboratorio della Asufc, che ha
eseguito lo studio clinico e la convalida in vivo del prodotto.
“Grazie alle sue caratteristiche – ha rilevato – il nuovo sistema
è in grado di velocizzare l’individuazione del virus, con
importanti vantaggi rispetto al tampone naso faringeo in termini
di semplicità, invasività, velocità e ripetibilità di prelievo e
può essere processato senza difficoltà nei laboratori che
svolgono analisi di campioni per Covid-19”.
Il tampone salivare possiede un’elevata sensibilità, pari al 95%,
e una specificità del 97,5%. Inoltre, la stabilità dei campioni
salivari nel liquido reagente è di 48h a temperatura ambiente e
4°C. Con queste caratteristiche è realmente un’arma in più per
tenere sotto controllo l’andamento del contagio, specialmente in
un momento in cui tornano a crescere i casi di infezione in
Italia, mettendo sotto pressione i laboratori di analisi e gli
ospedali.
“Tutta la parte di ricerca e sviluppo del nuovo liquido reagente
– ha indicato Germano Scarpa, presidente di Biofarma Group – è
avvenuta nei nostri laboratori di Mereto di Tomba e grazie al
supporto di Asufc e della Regione siamo riusciti a portare avanti
la fase di test del prodotto con la massima accuratezza e
rapidità. È grazie all’impegno di tutti se abbiamo oggi la
disponibilità di questo nuovo strumento diagnostico di cui
abbiamo avviato la produzione, e per questo abbiamo deciso di
donare la produzione dei primi 15mila test salivari all’Azienda
sanitaria universitaria Friuli Centrale”.
L’impresa e l’Asufc stanno, inoltre, proseguendo la ricerca
seguendo un nuovo filone di indagine, indagando la possibilità di
ampliare l’utilizzo del liquido reagente per individuare
precocemente i positivi contagiosi da quelli non contagiosi,
verificando la presenza del virus non tramite il suo acido
nucleico (Rna) ma tramite le sue proteine (antigeni).