La morsa della crisi economica continua a mietere vittime a Udine. A dimostrarlo la freddezza di numeri in esponenziale crescita dietro i quali, però, si celano storie di affanni, lavori sfumati, impossibilità a pagare affitti, mutui, bollette e persino, forse, il cibo. Analizzando gli ultimi dati su Udine elaborati dall’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Udine si evince una situazione che il numero uno di Palazzo Belgrado definisce “grave”.
A fronte di una crescita della presentazione dei curricula al Centro per l’impiego di viale Duodo a Udine del 32 per cento (2 mila 809 nei primi 9 mesi del 2011, 3 mila 704 nei primi 9 mesi del 2012), sono calate le richieste di personale da parte delle aziende del 20 per cento: da 974 a 779 nel raffronto fra i primi 9 mesi dell’anno scorso e di quest’anno, con un conseguente calo pari al 26,7 per cento degli assunti (da 2 mila 540 a 1.861). Aumentati del 18 per cento anche i provvedimenti d’ingresso in stato di disoccupazione su dichiarazione di immediata disponibilità del cittadino rimasto inoccupato: dai 5 mila 164 dei primi 9 mesi del 2011 ai 6 mila dello stesso periodo nel 2012, con una crescita costante in tutte le fasce d’età ed in particolare per le persone fra i 41 e i 50 anni (+18,3%, dai 1012 ai 1.304) e over 50 (+40,6 %, da 591 a 831 nuovi disoccupati). Non va meglio neppure nei range 21-31 anni e 31-40 con una crescita, rispettivamente, del 13,1 % e del 15% (dai 1538 a 1740 e dai 1462 ai 1681).
Osservando la situazione sulla mobilità si comprende ancora meglio la criticità del sistema: 62,5 per cento in più di ingressi nelle liste di mobilità, triplicate le mobilità dei lavoratori impiegati nelle aziende di medie e grandi dimensioni nei primi 9 mesi di quest’anno nel raffronto con lo stesso periodo del 2011, ciò significa che si sono esaurite le varie fasi della cassa integrazione ordinaria e straordinaria. I numeri complessivi dei flussi di mobilità sono tragicamente lievitati: da 770 a 1251. Entrando nel dettaglio delle due liste si è passati da 184 a 443 persone inserite nelle liste 223/91 – ovvero quei lavoratori che provengono da aziende di medio-grandi dimensioni, over 15 dipendenti – , e da 586 a 808 persone inserite nella lista 236/93 (aziende con meno di 15 dipendenti). A conferma di questo trend pesantemente negativo evidenziato dai dati di flusso sulla mobilità ecco i dati di stock, ovvero quelli che ‘fotografano’ la situazione ad una certa data: nel raffronto fra 2012 e 2011 la mobilità è lievitata del 10,1 per cento in totale.
A ciò si devono aggiungere – prosegue il Presidente Fontanini – le notizie di nuove aziende in crisi che quotidianamente prevedono esuberi, i numerosi fallimenti, le liquidazioni, le cessazioni di attività: “Sul mio tavolo solo oggi mi sono trovato un report di quasi 30 nuove aziende in difficoltà”.