L’epidemia ha dimostrato la nostra vulnerabilità davanti alla circolazione di patogeni nuovi ma anche alla circolazione incontrollata di informazioni. Ne parlerà venerdì 19 alle 18 il medico Alessandro Conte, nella conferenza in streaming organizzata da Storica Società Operaia e Associazione In Buona Salute
PORDENONE – Dalla pandemia all’infodemia: nel momento in cui circolano notizie, è inevitabile anche la disinformazione, sia esso in modo intenzionale o meno. Il dilagare del virus ha fatto emergere quanto epidemia e circolazione di notizie più o meno fondate siano correlate. Questo il tema della conferenza organizzata dall’associazione Storica Società Operaia di Pordenone e associazione In Buona Salute e in programma venerdì 19 marzo alle 18. Ospite dell’intervento dal titolo “Dalla pandemia all’infodemia. L’informazione nell’era Covid-19” sarà il medico Alessandro Conte, specialista in Igiene e Medicina preventiva, medico della Direzione di San Daniele e Tolmezzo, coordinatore del progetto FNOMCEO “Dottoremaeveroche.it”.
L’appuntamento è organizzato con il sostegno di Comune di Pordenone, Lafarmacia Badanai e Costam, sarà accessibile dalle pagine facebook dell’associazione Storica Somsi @storicasocietaoperaiapordenone e dell’associazione In Buona Salute @inbuonasalutepn.
La pandemia da Sars-Cov-2 che ancora stiamo vivendo, ha mostrato tutta la vulnerabilità dell’uomo, non solo di fronte a patogeni nuovi, ma anche rispetto alla cosiddetta infodemia, la circolazione incontrollata di informazioni – troppo spesso prive di fondamento – che hanno alimentato atteggiamenti antiscientifici o paure infondate, in alcuni casi anche rallentando la le azioni di contrasto al virus.
La storia è piena di esempi che ci raccontano che “le fake news” non sono un problema solo dei nostri tempi e questo accade «perché alcune trappole a tenderle è proprio il nostro cervello abituato ad ottimizzare le proprie energie tanto da utilizzare spesso schemi precostituiti che rischiano di rendere fallace il nostro giudizio e che ci rendono vulnerabili a certi tipi di messaggi» spiega Alessandro Conte. «Certo i nuovi media e la crescente disintermediazione hanno aumentato, per il cittadino, la possibilità di incappare in notizie manipolate ad arte se non addirittura inventate di sana pianta – prosegue Conte – Quando queste riguardano tematiche che riguardano la salute, i rischi diventano drammatici. Riconoscere la nostra vulnerabilità è il primo passo per difenderci da queste mistificazioni».