Dare alle forze dell’ordine i mezzi per contrastare la criminalità. È l’appello del presidente della Provincia Pietro Fontanini all’indomani del grido dall’arme lanciato dal procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi sulla situazione in cui versano anche nella nostra provincia le forze dell’ordine. «Nella relazione di Biancardi – ha evidenziato Fontanini – preoccupa, da un lato la denuncia di mancanza di uomini e mezzi, e, dall’altro, l’escalation di criminali stranieri. «Che il Friuli fosse divenuto terra di conquista da parte della criminalità organizzata proveniente dall’estero – rileva Fontanini – è cosa nota da molto tempo. Quando però a lanciare l’allarme e a chiedere interventi concreti per arginare il problema fu il presidente della Provincia di Udine, le reazioni furono molte soprattutto volte a etichettare il sottoscritto di razzismo. Qualche mese fa – riferisce Fontanini -, dopo l’ennesimo episodio di cronaca di cui si erano resi protagonisti cittadini stranieri (omicidio Burgato, ndr), mi arrivò addirittura una lettera da un esponente di palazzo Chigi nel quale venivo invitato ad astenermi da certe esternazioni». Per il presidente Fontanini invece si era trattato semplicemente di rendere nota una situazione oggettiva che persiste su un territorio e che doveva essere presa nella giusta considerazione. «Chi abita qua conosce perfettamente il problema – afferma Fontanini -, non solo leggendo il giornale, ma parlando tra la gente, è evidente che vi è un problema di criminalità importata. Forse per la collocazione geografica, in Friuli esercitano la propria attività criminale molti stranieri. Con ciò non è che si voglia fare di ogni erba un fascio – precisa Fontanini –: i friulani, che nel loro dna hanno l’esperienza dell’emigrazione, hanno sempre accolto senza problemi chi qui è venuto per lavorare e per far crescere le proprie famiglie. Diverso il discorso per quelle persone che hanno visto nell’inesperienza dei friulani un incentivo per rimanere qui». Per “inesperienza”, Fontanini fa riferimento al fatto che qui, non c’è quell’abitudine alla piccola criminalità come in altre regioni. «Nei piccoli centri ci sono persone, soprattutto anziane – riferisce Fontanini –, che non chiudono nemmeno a chiave la porta di casa quando vanno a dormire. Ma non è più come una volta, anche i piccoli centri vengono presi di mira da chi non ha problemi a prendersela con i più deboli anche per poche centinaia di euro. Da qui, dunque – conclude Fontanini –, la necessità di sollecitare il Governo centrale a rivedere i tagli attuati in un settore, quello della sicurezza, vitale per i nostri cittadini».