Mazzolini: «Non aprire i poli sciistici in Fvg sarebbe una follia da parte del governo. Per la montagna un danno di milioni di euro»
«Abbiamo a cuore la salute pubblica e vogliamo che sia tutelata al meglio, ma la decisione del governo di non aprire le piste da sci sarebbe una follia. Un danno per milioni di euro per la montagna del Friuli Venezia Giulia, di cui qualcuno dovrebbe rispondere». È furente Stefano Mazzolini (Lega), vicepresidente del Consiglio regionale Fvg ed ex presidente di Promotur, per le intenzioni dell’esecutivo nazionale di non far partire la stagione invernale, equiparando le piste da sci alle spiagge di Ferragosto, e additandole come possibile veicolo di contagio.
«Bisogna assolutamente aprire i poli sciistici, sparando la neve in FVG, preparandosi così per il Natale. L’Austria e la Slovenia si stanno già attrezzando e daranno il via alla stagione dal 19 dicembre. Noi – tuona Mazzolini – non possiamo rimanere a guardare. Ne va del futuro di decine di migliaia di persone in Fvg». Il vicepresidente del Consiglio regionale indica la via: «Possiamo aprire in sicurezza, contingentando le persone. Chi pernotterà negli alberghi avrà diritto al suo skipass. Inoltre – prosegue – nel fine settimana si potrebbe introdurre un numero massimo di biglietti in vendita, in maniera tale da evitare situazioni di assembramento e tenendo sotto controllo la situazione».
La mancata apertura sarà un disastro economico per migliaia di imprese, non soltanto quelle legate direttamente al mondo della neve, ma anche per l’intero indotto. «La montagna vedrebbe andare in fumo decine di milioni di euro, con molte imprese che resterebbero chiuse e i lavoratori a piedi. Il governo si prenderà le responsabilità di tenere chiusi gli impianti? È una visione miope della situazione, che non considera gli sforzi delle aziende di montagna, per le quali l’inverno è parte consistente del fatturato. Non aprire gli impianti – conclude Mazzolini – equivale per moltissimi lavoratori e imprenditori a staccare la spina che li mantiene in vita. Il premier Conte e il governo dovrebbero ascoltare le Regioni, ma come spesso accade procedono con scelte senza senso».