Ultima serata speciale de Gli occhi sull’Africa, la rassegna di cinema e cultura africana giunta alla sua XVIII edizione, promossa con Caritas, Centro culturale Casa dello Studente, Centro Missionario Diocesano in collaborazione con Pordenone Docs Fest e altre realtà associative del territorio, venerdì 13 dicembre alle 20.45 a Cinemazero.Dopo essere stato presentato in anteprima assoluta in occasione della XVI edizione di Pordenone Docs Fest e dopo aver fatto tappa al Cinema Edera di Treviso con un appuntamento speciale giovedì 12 dicembre, ritorna a Cinemazero Pordenone il progetto di Gabriele Del Grande Il secolo è mobile, monologo multimediale con la consulenza di Andrea Segre, prodotto da ZaLab in collaborazione con Cinemazero e Pordenone Docs Fest.Tratto dal libro di Del Grande uscito per Mondadori nel 2023 “Il secolo mobile”, il monologo inizia cent’anni fa, quando non esistevano visti né passaporti, mentre oggi sui fondali del Mediterraneo giacciono i corpi di cinquantamila migranti annegati lungo le rotte del contrabbando. Del Grande si domanda come siamo arrivati fin qua e, soprattutto, come ne usciremo. L’autore, accompagnando il racconto con fotografie e video d’archivio, conduce il pubblico in un viaggio per immagini e parole tra la storia e il futuro delle migrazioni in Europa, per provocarlo con una visionaria proposta. La scelta delle immagini è stata realizzata con la partecipazione di Andrea Segre, montaggio di Matteo Calore e mappe infografiche a cura di Isacco Chiaf e Andreas Trenker, ricerche d’archivio di Alessandro Marotto.Con il rigore dello storico e il piglio del narratore, Gabriele Del Grande ha scritto la prima storia dell’immigrazione illegale in Europa, spaziando dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alla crisi delle ONG a Lampedusa, passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell’immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell’asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi.Nella sua ricostruzione Del Grande non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell’ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell’India sulla scena mondiale e del boom demografico – e in prospettiva economico – dell’Africa. Il risultato è una narrazione avvincente, che intreccia le vicende dell’immigrazione con quelle dell’emigrazione e, al contempo, contrappone ai fantasmi del passato suprematista euro-atlantico uno sguardo cautamente ottimista sul futuro. Porre fine agli sbarchi e ai naufragi, infatti, è possibile. Gabriele Del Grande, scrittore e giornalista, racconta le migrazioni dal 2006, quando fondò l’osservatorio Fortress Europe. Da allora ha viaggiato in una trentina di Paesi tra le due sponde del Mediterraneo, il nord Europa e il Sahel. È autore dei libri Mamadou va a morire (2007), Roma senza fissa dimora (2009), Il mare di mezzo (2010), Dawla (2018) e, per Mondadori, Il secolo mobile (2023), una grande storia delle migrazioni umane.