L’ex presidente dei commercialisti illustra ai soci Lions la sua ricetta per affrontare la crisi
“Lo Stato continua a vivere al di sopra delle sue possibilità. Non è vero che i conti sono pareggiati, la spending review è una presa in giro”. L’ex presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti Claudio Siciliotti, nei giorni scorsi ospite del Lions Club Udine Host presieduto dall’ingegner Carlo Brunetti, fa i conti in tasca al Paese e ribadisce che questi non tornano affatto: “nella storia dell’Italia non si sono mai registrate entrate maggiori delle uscite, l’unica ricetta seguita è stata quella del debito, starificatosi negli anni, e ora paghiamo interessi insostenibili. Nel 2011 la spesa pubblica è stata di 722 miliardi di euro al netto degli interessi passivi”. Molto più del 2000, quando la spesa era pari a “solo” 475 miliardi.
Il quadro economico raffigurato dal commercialista friulano, dunque, non è per niente roseo: “l’Europa è ingabbiata, difficile riprendersi il futuro”. E i più svantaggiati, naturalmente, sono proprio coloro che un futuro devono ancora crearselo: i giovani. “Da parte nostra la Regione potrebbe far fronte allo svantaggi detassando i redditi di lavoro degli under 30 fino a 28mila euro”, suggerisce l’autore del libro “Un paese migliore”, bocciando l’Irap, balzello che spinge le aziende a delocalizzare. “Chi governa ci deve dire come tagliare la spesa e come ridurre la pressione fiscale; deve inoltre scegliere le classi di reddito da privilegiare, tenendo a mente che il paese si muove grazie agli autonomi, mentre non cresce con i dipendenti”.
Ai soci Lions Club Udine Host Siciliotti ha illustrato alcune proposte per rattoppare i danni di una politica poco lungimirante: lo Stato dovrebbe ridurre il debito pensando, ad esempio, un programma di dismissione dei “gioielli di famiglia”, vendendo le partecipazioni delle società quotate. Deve anche rivedere lo strumento del redditometro, “che crea solo terrorismo e incertezza, e serve a recuperare solo 1 evasore su 10”. L’ospite del Lions, pur non intravedendo nella linea Monti accanto al rigore altrettanta crescita, ritiene che sul piano pratico ce la si possa fare, anche tramite una ritrovata coesione nazionale: “guardiamo il Giappone, che ha un debito immenso eppure gode di credibilità e ha quindi tassi bassi: dovremmo prendere esempio da quel paese e restare uniti”.