Il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini: “si dimostra che la gestione territoriale è più strategica di quella statale. Il simbolo di un’identità locale non poteva più essere ‘cosa demaniale’”
“Un altro decisivo passo avanti verso il trasferimento del simbolo di Udine, il Castello, al territorio cui appartiene, il Friuli”: è un commento positivo quello del Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini impegnato a Roma alla Commissione Paritetica, dopo l’ok pronunciato dal Ministero dell’Economia all’iter di alienazione del bene che da demaniale diverrà patrimonio regionale. Sebbene per la definizione conclusiva della questione si dovrà attendere settembre, quando la Ragioneria dello Stato si esprimerà (attualmente grava un suo precedente parere negativo) alla luce dell’assenso ministeriale, Fontanini, fra i pionieri del trasferimento del Castello all’amministrazione regionale, ha esultato per il via libera accordato dal Ministero: “Sono stati opportunamente valutati costi e benefici – afferma – e si è chiaramente evinto che è meglio cedere il Castello alla Regione FVG , che a sua volta lo consegnerà al Comune di Udine, piuttosto che incassare i 103 mila euro di affitto, viste le notevoli spese ordinarie e straordinarie affrontate in questi anni dalle casse pubbliche regionali e comunali: gli esborsi ordinari ammontano a circa 576 mila euro annui, mentre gli straordinari, nel periodo dal 1980 al 2010 si attestano sul valore di circa 199 mila euro annui”.
Il numero uno di Palazzo Belgrado considera questo atto ministeriale “un’importante attestazione dell’efficacia della gestione decentrata dei beni pubblici, a conferma del carattere strategico ed efficiente che contraddistingue la politica federalista. Inoltre, non potrebbe più essere sostenibile che una Regione autonoma e a Statuto speciale, pur facendo fronte a tutte le spese di manutenzione per il Castello, debba pagare l’affitto allo Stato. Un paradosso davvero senza precedenti che, finalmente, sta per essere superato”. Da ultimo il presidente della Provincia sottolinea la vittoria per la riappropriazione da parte della comunità friulana di un simbolo per eccellenza di identità e appartenenza che non poteva più essere visto o percepito come ‘cosa’ demaniale.