Il sindaco Ennio Benedetti scrive al Governatore Regione Fvg: “presentare alla Commissione europea una proposta di rideliminazione territoriale”
Grazie a un’indagine conoscitiva autofinanziata da ARSIA FVG (Associazione Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura) e da CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) emerge come non vi sia alcun dato che giustifichi la permanenza del comune di Colloredo di Monte Albano tra le zone vulnerabili ai nitrati. Lo studio è stato realizzato sulle acque superficiali e profonde, mirato alla rilevazione della presenza dei nitrati.
A fronte di questi esiti, il sindaco di Colloredo di Monte Albano, Ennio Benedetti, ha scritto in questi giorni una lettera al presidente della Regione, Renzo Tondo: “siamo alla scadenza del primo quadriennio di applicazione della Direttiva nitrati nella nostra regione e la Regione Fvg può presentare alla Commissione Europea la proposta di ridelimitazione delle zone vulnerabili ai nitrati. La stessa Regione Fvg, inoltre, può presentare la proposta di attivazione di una modalità innovativa di tutela del nostro patrimonio idrico che prevede l’applicazione integrata della Direttiva nitrati e della Direttiva acque”.
Per Benedetti è necessaria una presa di posizione da parte della Regione e del suo Governatore: “darebbe, peraltro, prestigio in ambito europeo alla nostra Regione in fatto di strategie e tutela delle acque dall’inquinamento. Di fronte a questa realtà, l’Amministrazione comunale che rappresento non può esimersi dal farsi promotrice di tutte quelle azioni che si rendono necessarie per tutelare il territorio e, in questo caso, le imprese che sullo stesso vi operano. Ritengo quanto mai utile un incontro con gli assessori competenti, già ben informati sull’argomento, per trovare una soluzione al problema dell’applicazione della Direttiva nitrati, senza ricorrere all’imposizione, alle aziende agro e zootecniche, di adempimenti burocratici costosi, vessatori e inutili. La Direttiva, insomma, va applicata in modo coerente, restando in linea, comunque, con le disposizioni contenute nella stessa e con le raccomandazioni della Commissione europea e del Decreto nazionale sulle semplificazioni”.
Nella lettera inviata a Tondo, il sindaco di Colloredo di Monte Albano informa il Presidente che ARSIA Fvg, tramite il suo Presidente Ennio Dordolo e patrocinata dall’avvocato Cesare Tapparo, ha chiesto alle Direzioni centrali dell’agricoltura e dell’ambiente i dati analitici e ogni altra informazione che giustifichino il mantenimento del comune di Colloredo tra le zone vulnerabili ai nitrati, “Ma nel riscontro all’istanza, – spiegano Benedetti e Dordolo -, non vi è alcuna risposta ai precisi quesiti posti circa il contributo delle attività agro e zootecniche praticate sul territorio comunale all’inquinamento delle acque superficiali e profonde da nitrati e alla comparsa di fenomeni di eutrofizzazione nei torrenti Corno e Cormor”.
I quattro anni della Direttiva nitrati
La Regione Fvg ha di fratto applicato la direttiva nitrati solo nel 2008. Per il Friuli Venezia Giulia, il territorio interessato va dalla montagna al mare e riguarda da vicino 76 Comuni con tutte le attività agro-zootecniche insediate sui rispettivi territori municipali. Nata a livello europeo in particolare per tutelare gli ambienti naturali dei Paesi del Nord Europa, ove le coltivazioni e gli allevamenti sono condotti in maniera estesa e intensiva, la Direttiva è stata applicata in Fvg senza studi preliminari e soprattutto in carenza di dati.
Al momento non ci sono dati che giustifichino l’applicazione dei contenuti della Direttiva in Fvg: non è stato stabilito con certezza, né con dati fondati, se l’eventuale inquinamento da nitrati delle acque profonde e superficiali sia da addebitare alle attività agricole e zootecniche e/o da altri soggetti (quali, ad esempio, scarichi civili o industriali, o altro genere di attività produttiva non agro-zootecnica). Alcuni Comuni hanno aderito a un protocollo per la promozione di azioni e iniziative a tutela delle attività agro-zootecniche (Colloredo, Buja, Lestizza, Fagagna e, ultimamente, è interessato anche il Comune di Tavagnacco).
Si attende, adesso, una svolta importante, per evitare che, per motivazioni ingiustificate, le imprese, gli allevatori e gli agricoltori continuino a essere vessati sul fronte dei costi e dei pesanti adempimenti burocratici. Peraltro in un momento economico estremamente difficile, con rischio di chiusura di attività, imprese, perdita di posti di lavoro, indotto e cura del territorio.