IL Premio Terzani ancora una volta testimonia la denuncia degli scrittori nei confronti di un mondo in cui il dolore umano chiede giustizia.
Per fare degli esempi nei centri di detenzione in Libia, le violenze e le sopraffazioni sono raccontate da molti testimoni.
Molti esseri umani hanno subito la drammaticità di quelli che in apparenza sono centri di accoglienza.
Si tratta in realtà di luoghi fuori da ogni controllo, dove gli orrori sono quotidiani, la fame e ogni abuso appartengono alla realtà cruda, non priva di ambiguità e disinteresse da parte di istituzioni internazionali. Queste ultime spesso negano drammatiche esistenze e presenze.
I protagonisti di questo Festival hanno, tra molti temi, raccontato che vi sono persone in Africa che per i motivi più diversi abbandonano i loro paesi dove i diritti non sono rispettati e le persecuzioni, soprattutto di cristiani , appaiono pressanti. Sulla via della fuga altre persecuzioni e violenze.
Se vi è una risposta essa non può essere il disinterese, la freddezza nei confronti dei crimini contro l’umanità .
L’assenza di lucidità da parte del mondo politico e delle istituzioni, penalizza i più vulnerabili, perpetua il male e il silenzio sui lagher del nostro secolo.
Da Udine, con il Premio Terzani e il Festival Vicino Lontano ancora un monito a non fingere ipocrite amnesie.
Vito Sutto