Nella causa contro l’Enel la Provincia di Udine va avanti ed è decisa a farsi restituire quella che, secondo l’ente, sarebbe una quota di Iva versata indebitamente. Lo ha deciso oggi la giunta provinciale. Oggetto del contendere il fatto che l’amministrazione provinciale dal 1995 al 2005 sulle utenze di corrente elettrica relative ad alcuni istituti scolastici avrebbe pagato l’Iva al 20% anziché la prevista aliquota ridotta del 10%. In ballo ci sarebbe la restituzione da parte di Enel Distribuzione di circa 330 mila euro. In primo grado il tribunale ha avvallato l’ipotesi sostenuta dall’ente erogatore di energia secondo la quale per alcuni istituti scolastici non sussisterebbe il requisito indispensabile per l’applicazione dell’Iva agevolata ovvero che l’energia venga erogata per “uso domestico”. Secondo il legale che in questa vicenda rappresenta la Provincia per gli istituiti scolastici, invece, vi sarebbero praticamente tutti i requisiti per assimilare quella delle scuole a un’utenza domestica (Iva al 10%), non fosse altro per il fatto che negli istituti scolastici non si utilizza l’energia nell’esercizio di impresa o per effettuare prestazioni di servizi rilevanti ai fini Iva.
Per la Provincia vi sarebbe anche un altro elemento che potrebbe far ribaltare la sentenza ovvero il fatto che l’Enel, in alcuni istituti scolastici di competenza della Provincia, già applica l’aliquota agevolata del 10%. E ciò confermerebbe la sussistenza in capo agli istituti scolastici sia della natura di uso domestico, sia del requisito della residenzialità, sia il diritto all’applicazione dell’aliquota Iva agevolata.
«Sono convinto che vi siano buone possibilità di arrivare al ribaltamento della sentenza in primo grado emessa dal Tribunale di Venezia – ha detto il presidente della Provincia Pietro Fontanini -. Se riuscissimo a vincere, creeremmo un importante precedente al quale potrebbero fare riferimento molti altri enti pubblici in casi di questo tipo: con indubbio beneficio per le casse degli enti interessati che potrebbero così impiegare le somme che avrebbero dovuto versare a titolo di Iva, per altri investimenti».