Fontanini, «No ai luoghi comuni sugli amministratori pubblici. Con la crisi ognuno faccia la sua parte»
«Gli amministratori pubblici non sono extraterrestri: per quanto mi riguarda frequento regolarmente supermercati e negozi e ho una precisa percezione del momento che stiamo vivendo». Per il presidente della Provincia Pietro Fontanini non è corretto generalizzare e far sembrare chi amministra concentrato solo su temi di carattere generale o magari sugli interessi personali, quasi scollegato dalla realtà. «Mi reco settimanalmente a far la spesa – prosegue – e, ad esempio, ho notato come negli ultimi tempi non sia necessario guardare il calendario per capire che giorno del mese sia: fino alla seconda settimana di stipendio ci si mette in coda in cassa e c’è abbastanza fila. Dalla terza settimana fino alla data del nuovo stipendio le file si diradano e i carrelli sono meno pieni. Esiste poi un’attenzione maggiore alle offerte dei punti vendita: ci sono persone che compiono gli acquisti e fanno le proprie scorte in base ai ribassi proposti. E ciò in base al fatto che – aggiunge – come rilevato dalle associazioni dei consumatori ciò può determinare un risparmio fino al 40% del budget». Per Fontanini si tratta di una situazione oggettiva del quale sono vittime le famiglie, «ovvero il nucleo primario sul quale si basa la nostra società. In questo caso la Provincia è già scesa in campo, ma i nostri sforzi rischiano di essere vanificati. Fino alla fine del 2012 la Provincia di Udine – ha ricordato Fontanini – ha segnato un vero e proprio record quanto a velocità nei pagamenti alle ditte che hanno realizzato lavori per l’ente. Ora, a causa dei vincoli imposti dal patto di stabilità, come largamente annunciato, rischiamo di non poter più svolgere la nostra parte e addirittura, nostro malgrado, cagioneremo dei danni a chi ha eseguito i lavori visto che, a fronte di opere già realizzate e di capitali disponibili, non potremo onorare gli impegni assunti. Assurdo. Un pericolo che – prosegue Fontanini – ci auguriamo venga scongiurato dal governo regionale che a breve è chiamato a concordare il patto di stabilità. Bene abbiamo fatto finora – aggiunge – così come ci auguriamo di poter continuare a poter fare in futuro». In riferimento a quanto in nostro potere – chiarisce poi il presidente Fontanini – ci sono i Centri per l’impiego: i 10 centri dislocati su tutto il territorio sono divenuti un bacino importante dal quale attingono per la ricerca di nuovo personale importanti aziende. Ultimo esempio quello della Sme che ha aperto a Tavagnacco o Leroy Merlin a Martignacco: in entrambi i casi le due aziende si sono affidate a noi per la ricerca del personale. Fondamentale dunque, essere iscritti nelle liste dei Cpi».
Quanto alla situazione del nostro territorio, il presidente Fontanini lancia anche un appello ai friulani. «Il motto fasin di bessôi c’ha portato lontano ma non è una regola assoluta: nei giorni scorsi mi sono confrontato con alcuni operatori del sociale. Mi è stato riferito che sono sempre di più i casi di cittadini friulani che, pur in difficoltà, non parlano dei propri problemi per orgoglio. Mi hanno parlato – afferma Fontanini – dell’aumento di casi di depressione: genitori che prima riuscivano a portare a casa due stipendi e che, a fronte di un budget praticamente azzerato e nella tremenda condizione di non poter dare ai propri bimbi quello che prima era normale, entrano in un circolo vizioso che, in alcuni casi, sfocia in gesti estremi».
«L’unica cosa che mi sento di dire a chi sta patendo situazioni di disagio – ha detto poi Fontanini – è che, per fortuna, siamo in una regione in cui le cose funzionano nel settore del sociale. Per cui rivolgersi ai centri di ascolto diffusi sul territorio può contribuire a superare momenti di disagio».