Omaggio della Provincia di Udine al fotografo nella pubblicazione curata da Gianfranco Ellero
Udine, primi anni Ottanta. Enti e istituzioni si stanno preparando a celebrare il primo millenario della città progettando libri illustrati con immagini dei palazzi pubblici e privati, dei monumenti della Udine maggiore. “Perché, invece – si chiede lo storico Gianfranco Ellero – non valorizzare la Udine minore non ritenuta degna di studio e di rappresentazione?” Ecco che, per dare risalto alle borgate frapposte tra il centro e i paesi della campagna e valorizzare i corsi d’acqua che attraversavano la città, propone all’amico Riccardo Viola di affiancarlo nella ricerca e nel racconto di alcuni di questi angoli di Udine. L’obiettivo del fotografo cattura così i resti dei mulini e dei battiferro, la vita dei borghi, delle osterie, e i tratti delle acque non ancora intombati. Ne emerge, insomma, un’inedita indagine fotografica rimasta fino a qualche mese fa nel cassetto. La Provincia di Udine ha deciso di dare alle stampe il focus dedicato ai corsi d’acqua che diventa un contributo importante dal punto di vista documentale e storico, sulle trasformazioni e sullo sviluppo della città. “Siamo ben lieti di rendere visibile al pubblico le opere di Riccardo Viola accompagnate dagli scritti dello storico Gianfranco Ellero curatore della pubblicazione – ha esordito il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini in occasione della presentazione del volume -; di fronte alla quantità di documenti che ci ha lasciato, un grande patrimonio affidato alle cure della figlia Renata, esprimiamo la nostra ammirazione e l’augurio che per molto tempo possa essere utilizzato dagli studiosi come sorgente di conoscenza della nostra civiltà regionale”. Complementari alle foto, alcune note e cartine geografiche che spiegano l’andamento e i tracciati delle rogge in città. Ed ecco così il capitolo dedicato alle rogge del Torre, la roggia di Udine nel tessuto urbano, la roggia di Palma e al canale Ledra. Arricchisce la pubblicazione, la biografia di Riccardo Viola, fotografo d’arte, a cura del professor Giuseppe Bergamini. “Il rapporto di Riccardo Viola con l’opera d’arte è stato di amore e rispetto, né ha mai cercato – come altri hanno fatto – di alterarla o di appropriarsene, forzando i toni per personalizzarla. Il suo primo obiettivo è stato quello di restituirla nella sua piena leggibilità, per permetterne una comprensione non inficiata, condizionata o distratta da interferenze tecniche”.