E’ una medaglia a due facce quella
rappresentata dall’Agenzia regionale per il Lavoro del Friuli
Venezia Giulia. Se da una parte, infatti, si registra dai dati
sulle comunicazioni obbligatorie, nei primi sei mesi del 2016,
una diminuzione delle assunzioni (-14,1 p.c.) rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, dall’altra il saldo tra chi
entra attivamente nel mercato del lavoro e le cessazioni risulta
ancora essere positivo e si assesta in termini numerici sulle
18.635 unità.
Uno dei motivi, ha rilevato l’Agenzia per il Lavoro, potrebbe
essere causato dal fatto che molti imprenditori, in vista della
fine delle decontribuzioni per le assunzioni nel 2106, abbiano
anticipato i tempi e messo sotto contratto i lavoratori nel 2015.
Parallelamente si è verificato un calo delle cessazioni, dovuto
probabilmente all’aumento degli stessi contratti a tempo
indeterminato dell’anno scorso.
“Alla luce di queste dinamiche – ha osservato l’assessore
regionale al Lavoro Loredana Panariti – sarebbe quantomeno
prematuro certificare un rallentamento nella dinamica
dell’occupazione. Teniamo conto anche che, seppur l’economia sia
ancora in una fase rallentata, qualche incoraggiante segnale di
miglioramento va comunque constatato”.
A tal riguardo l’assessore Panariti ha spiegato che vi è stato un
significativo aumento delle assunzioni con il contratto di
apprendistato, applicabile alla fascia più giovane dei
lavoratori, che passano da 1.751 dei primi cinque mesi del 2015
ai 1.908 dello stesso periodo di quest’anno (+9 p.c. circa),
elemento che fa ben sperare per un recupero dell’occupazione
giovanile.
“L’impegno complessivo della Regione – ha detto l’assessore – è
volto ad una formazione professionale che porti ad una maggior
qualificazione: mirata nei confronti di chi è stato costretto a
subire la crisi economica in atto, ma anche, ad esempio,
nell’istruzione tecnica superiore, che sappiamo essere capace di
portare i giovani verso un posto di lavoro a conclusione del
percorso di formazione. Da questo punto di vista, l’incremento
registrato nelle assunzioni in apprendistato, visto il carattere
anche formativo di questo contratto, va accompagnato e
ulteriormente incentivato, agendo parimenti per disincentivare
l’utilizzo dei voucher proprio per questa fascia di lavoratori”.
A tal riguardo l’Agenzia per il Lavoro segnala che resta critico
il tema dei voucher (nel 2015 oltre 50.000 lavoratori coinvolti),
con un forte incremento in particolare nella fascia d’età 20-29
anni: l’attenzione della Regione sull’aumento dei voucher rimane
alta.
“Si tratta di uno strumento – ha osservato l’assessore – che va
riportato a quello che doveva essere il suo utilizzo originario,
ovvero a favorire l’emersione del lavoro nero. Attualmente, però,
il voucher pare un modo per sostituirsi ad altre forme di
occupazione e di remunerazione, e indubbiamente questo
rappresenta un motivo di criticità, soprattutto quando viene a
riguardare le persone più giovani”.
“Non dimentichiamo poi – ha aggiunto l’assessore – l’incremento
dell’occupazione femminile: tasso di occupazione che passa dal
54,8 per cento del primo trimestre 2015 al 56,6 per cento del
primo trimestre 2016. In riferimento a ciò ricordo il
rifinanziamento degli incentivi regionali per le assunzioni a
tempo indeterminato di tutte le donne disoccupate e anche a tempo
determinato, per una durata di almeno 6 mesi, delle donne
disoccupate che hanno almeno cinquant’anni d’età”.
L’Agenzia per il Lavoro mette ancora in evidenza che dalle più
recenti rilevazioni dell’Istat per il Friuli Venezia Giulia,
l’occupazione cresce tra il primo trimestre del 2015 e il primo
del 2016 di circa 5.200 unità (pari al 1,1 p.c.): da 491.500 a
496.700 occupati.
Questo segno positivo è allineato, per intensità, a quello del
Nord Est e alla media italiana, anche se va sottolineato che nel
nostro caso specifico l’occupazione si concentri, come detto,
soprattutto sul recupero della componente femminile (+2,5 p.c.
rispetto al +0,8 p.c. nella media Nord Est).
Allo stesso tempo, rileva ancora l’Agenzia, si è riscontrata una
flessione anche più significativa della disoccupazione, che
scende a 38 mila unità contro le 47 mila del primo trimestre
2015. Il calo della disoccupazione, che riguarda sia gli uomini
(-5 mila) sia le donne (-4.500), è più intenso rispetto a quello
del Nord Est e va considerato quale importante segnale anche per
il fatto che riguarda interamente le persone con precedenti
esperienze lavorative, riducendo in tal modo la durata della
disoccupazione.
Migliorano – conclude l’analisi dall’Agenzia – di conseguenza il
tasso di occupazione (salito al 64,3 per cento) e quello di
disoccupazione, che dall’8,8 per cento (sempre marzo 2015) scende
esattamente un anno dopo al 7,1 per cento.