“Un fenomeno preoccupante, l’interesse per la delocalizzazione sta interessando anche le piccole e le micro-imprese. Così si mina alla radice ogni prospettiva di ripresa dell’economia della nostra regione”
Sulle “lusinghe d’oltre confine” e la campagna promozionale che la Slovenia sta effettuando per indurre le aziende della regione a “traslocare” interviene Bernardino Ceccarelli, Presidente del Gruppo Trasporti e Logistica dell’Associazione Piccole e Medie Industrie di Udine. “Non dobbiamo chiederci il perchè di questa azione, ma capire perché trova terreno fertile del nostro sistema paese. Il nordest guarda con interesse oltre confine perché lì i sistemi amministrativi e fiscali sono convenienti e interessanti. Tra le ragioni che inducono a espatriare il livello di tassazione gioca un ruolo fondamentale; in Slovenia le imprese che investono e offrono lavoro sul territorio hanno un livello di tassazione sul reddito pari al 20%. Sono inoltre riconosciute particolari riduzioni e agevolazioni alle imprese operanti in zone economiche depresse”.
Secondo L’ICE le aziende italiane che negli ultimi anni hanno deciso di delocalizzare o trasferire integralmente le proprie attività in Slovenia superano quota 600, mentre quelle che hanno scelto l’Austria superano le 900 unità. Non è solo la Slovenia, infatti, a ingolosire le aziende del Fvg: anche Croazia, Francia, Germania e Svizzera offrono opportunità agli imprenditori per intraprendere nuove attività d’impresa. “L’interesse è dettato dal tax rate gravante sulle imprese, dal sistema degli incentivi, dalla burocrazia snella, dal sistema giudiziario e dal costo delle fonti energetiche, ma anche