“Lavorare di più, lavorare meglio e guadagnare di meno”. È la visione in prospettiva di Massimo Paniccia, Presidente dell’Associazione Piccole e Medie Industrie di Udine
“Stiamo attraversando una crisi economica e finanziaria che, iniziata nel 2008, tutt’ora permane – ha detto oggi alla stampa Paniccia, coadiuvato dal direttore dell’A.P.I. di Udine Lucia C. Piu –. La situazione non potrà migliorare né nel breve, né nel medio termine e abbiamo la consapevolezza che è necessario convivere con un sistema che, senza distinzioni d’ambito regionale o nazionale, è cambiato. Fin dal 2008 si è intuito che non ci sarebbe stata una ripresa, oggi ci troviamo nella stessa situazione della fine del 2011, con le medesime criticità. E nei prossimi mesi nulla potrà cambiare se gli eventi internazionali non muteranno, e purtroppo non c’è speranza che ciò accada”.
Se la situazione del Manifatturiero è critica, va peggio per le Costruzioni, se la cava meglio il settore Trasporti; per tutti la difficoltà maggiore resta l’accesso al credito. Pochi investono, segno della mancanza di fiducia nel futuro. L’aspetto positivo è il fatto che si registra, a livello nazionale, un saldo positivo tra aperture e cessazioni di imprese; il numero totale delle imprese non diminuisce, questo perché, secondo il presidente dell’A.P.I. di Udine, “chi non trova lavoro come dipendente apre una ditta individuale ma, purtroppo, non c’è un rafforzamento del nostro modello industriale. La priorità delle imprese è sviluppare le attività commerciali sui mercati internazionali tenendo conto che su quello nazionale i consumi non posso avere aspettative di crescita. Creare relazioni e collaborazioni nei diversi paesi del mondo però comporta importanti investimenti oltre ad una capacità finanziaria, manageriale e strutturale e l’imprenditore non potrà farcela da solo. Lo attendono scelte determinanti in termini di crescita con acquisizioni, alleanze e contratti di rete.”
A livello statale, il debito nazionale, pari a 2.000 miliardi di euro è 4 volte il reddito del paese, le entrate sono pari a 500 miliardi di euro e il peso degli oneri finanziari è pari a 100 miliardi di euro: è necessario quindi agire subito per dare continuità e prospettiva, come fa peraltro ogni imprenditore quando gestisce la sua azienda, la capacità di decidere, la velocità di analisi e di sintesi, operando in un sistema di regole con rigore e sacrificio, dovranno fare la differenza.
Ma come far fronte all’ingente debito statale, che continua a crescere a causa degli alti tassi di interesse applicati all’Italia? (la Germania ha un debito pubblico superiore, ma paga tassi bassissimi). Un primo rimedio, secondo il Presidente dell’A.P.I., può essere la tassa patrimoniale. “Parte dei 10mila miliardi della ricchezza del paese, suddivisa in 3.500 miliardi di euro di consistenze finanziarie e di circa 6.500 miliardi di euro di beni immobili, va necessariamente spostata per coprire i 2mila miliardi del debito pubblico. Un sacrificio eccezionale e proporzionato alla ricchezza di ogni cittadino che va fatto subito”.
Intanto bisogna “lavorare meglio e di più”, migliorando la produttività aziendale per abbattere i costi e continuare ad essere concorrenziali, consapevoli che un mercato così competitivo consente meno margini. E la Regione Fvg, ha utilizzato al meglio gli strumenti che aveva a disposizione? “Bene la gestione degli ammortizzatori sociali, buona la risposta messa in atto con gli strumenti anticrisi e buono il risultato della riduzione del debito regionale”.