Gli infermieri sono protagonisti della fondamentale battaglia contro il coronavirus: in prima linea nel curare i pazienti affetti dalla malattia, nel rispondere alle loro esigenze negli ospedali e sul territorio. Sono gli autori della maggior parte delle procedure aziendali nei percorsi clinici dei pazienti, in tutte le fasi della malattia.
Dal 13 marzo, i primi a fare fronte ai grandi cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria sono stati gli infermieri della chirurgia: si sono adattati a diventare professionisti di infettivologia. «Un trauma nel trauma – non ha esitato a commentare il segretario provinciale del Nursind Gianluca Altavilla -. Adesso i colleghi della medicina e tutta l’area dell’emergenza. Gli infermieri della terapia intensiva Covid entrano nel box del malato e ne escono soltanto a fine turno».
«Mandati “al fronte” senza né visita del medico competente né valutazione dell’idoneità, gli infermieri vengono trasferiti dall’oggi al domani in setting completamente diversi da quelli di appartenenza e sono costretti a modificare in itinere le modalità operative dell’assistenza al malato, garantendo sempre un’ottima risposta assistenziale – ha aggiunto -. Sono stremati, lavorano incessantemente, rischiano ogni giorno la salute per salvare quella del cittadino: non possiamo che ringraziarli e far sentire loro che sappiamo cosa stanno facendo per la comunità. Rinunciano a ferie e riposi e soprattutto alla famiglia: chi può, per ridurre il rischio di contagio a figli e genitori, ha scelto di lasciare i primi dai nonni. Ci sono infermieri che non abbracciano i figli da venti giorni: si accontentano di salutarli dalla strada. Dietro a questi professionisti ci sono volti, storie, privazioni e sofferenza».
Da qui l’idea del Nursind di garantire un supporto psicologico agli infermieri, sfruttando le moderne tecnologie.
«Assieme allo studio di psicoterapia Concetto di Pordenone, abbiamo pensato di attivare uno sportello psicologico gratuito per supportare in questo momento delicato e stressante, sfruttando il canale Skype – ha annunciato Altavilla -. La definizione di eroi è stretta: quella degli infermieri è la categoria che sta salvando l’Italia. Da considerare che in Friuli il 10 per cento dei contagi è tra gli operatori sanitari».