“Trieste senza Capodistria non va da nessuna parte. Il porto vocato per dialogare con il Brennero, in ogni caso, è Venezia”. Senza tanti giri di parole, così il prof. Maurizio Maresca, ordinario di Diritto internazionale ed europeo all’Università di Udine, ospite del Lions Club Udine Host ha presentato la situazione del porto regionale. Autore con Sandro Fabbro (e altri) del libro “Porto-Regione, ultima chiamata”, l’ex presidente del porto giuliano (dal 1999 al 2003) ha ribadito che difficilmente Trieste sarà protagonista del corridoio Adriatico-Baltico, e che il progetto offshore di Venezia di Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa, non alimenterà Udine.
Nessuna ricaduta sul Fvg, dunque, “ma ciò che è peggio è che restare fermi sarebbe comunque deleterio: se il Friuli Venezia Giulia non si muove subito, infatti, non ci sarà più spazio per un “porto-regione” nell’Alto Adriatico”. E il traffico continuerà a dirigersi verso il nord Europa, sebbene Monaco, riferisce Maresca, sia più interessata ai porti triestino e genovese piuttosto che a quelli di Amburgo e Hannover, da cui vorrebbe affrancarsi. “Ma finché i nostri presidenti dei porti fanno i politici e non si pone rimedio all’inefficienza ferroviaria, non potremo dare risposta alla Baviera”.
La grande opportunità mai valorizzata, si sa, è la favorevole posizione geografica per i commerci marittimi e terrestri del Friuli Venezia Giulia, tra il Mediterraneo e le regioni più produttive dell’area germanica. Ma come mettere a sistema, in pochi anni e senza grandi investimenti, tutte le strutture e infrastrutture regionali – esistenti ma sotto-utilizzate – in un unico porto-regione? Maresca ai soci del Lions club Udine Host, presieduto da Enrico Leoncini, non ha espresso ottimismo: “Trieste e Capodistria, separati, non hanno massa critica. Con 6 km di collegamento ferroviario si svilupperebbero i due terminal, e assieme rappresenterebbero il fine corridoio Adriatico-Baltico. Ma per essere autorevoli bisogna arrivare a 6 milioni di teu all’anno”.
Il docente si dissocia dalla proposta del senatore Russo di fare di Trieste un porto unico gestito dalla Regione: “Sarebbe l’unico d’Italia, si tratta di una visione provinciale”. L’ospite del Lions ha poi illustrato la situazione della portualità italiana, compreso il dramma di Taranto. “Il dibattito è forte nel nostro paese, che punta a recuperare traffici verso Svizzera, Baviera, Austria e centro Europa lungo i due corridoi Brennero e Adriatico-Baltico. Urge una politica dei trasporti; a breve il ministro Delrio incontrerà quello tedesco per immaginare un piano comune”.