L’Ordine regionale: “Chi protesta non conosce i contenuti dei progetti e la loro alta valenza educativa nel combattere discriminazione e violenza di genere”
Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, di progetti a scuola e di libertà o pericoli per i bambini. Raramente le persone che ne hanno parlato si sono informate sui fatti circa la veridicità e obiettività dell’informazione o la scientificità di essa.
Iniziative ad alto contenuto educativo e psicologico sono state considerate (a volte, e da pochi, capaci, comunque, di farsi sentire più degli altri) come una perdita di tempo, senza considerare la loro importante valenza complementare alla funzione curriculare della scuola e le importanti implicazioni positive nello sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini.
Gli obiettivi dei progetti educativi sulla prevenzione della violenza in generale, come quella di genere, sono quelli di creare un ambiente sicuro in cui i bambini possano esplorare come la violenza riguardi direttamente loro e i loro coetanei (bullismo), ma anche migliorare la conoscenza e la comprensione della natura della violenza di genere e le sue cause in materia di applicazione dei ruoli di genere e la disuguaglianza di genere. Servono inoltre ad aiutare i bambini a riconoscere il loro diritto di essere valutati e trattati con rispetto e la loro responsabilità di valorizzare e rispettare gli altri. Obiettivo è quello di contrastare e prevenire l’enorme discriminazione delle donne già quando gli stereotipi di genere si stanno formando in età precoce.
Ci rendiamo conto che molto spesso, per promuovere un tam tam mediatico, per darsi luce, ed in una giungla di professioni (non regolamentate), sbucate ultimamente come funghi, è facile confondere professionalità e competenze e si rischia di “parlare”, inadeguatamente, di argomentazioni che hanno un valore alto e svolte con competenze formative alte.
E seppure esistano molti “pseudo professionisti” che si improvvisano esperti in adolescenza o in età evolutiva, questo certamente non riguarda i professionisti psicologi che, iscritti all’Ordine degli psicologi, sono tenuti (pena l’avvio di un procedimento disciplinare) a fare le cose in scienza e coscienza, guidati, orientati e governati da un codice deontologico attento e severo che definisce ogni intervento psicologico e dello psicologo, guidato da principi di responsabilità (art. 3), tutela (artt. 4 e 22), competenza (artt. 5, 39).
Alla luce di tutto ciò, amareggia leggere sentenze nei confronti di seri professionisti con alle spalle anni di studio e comprovate competenze in ambito psicologico e pedagogico. I progetti educativi sulle scuole per la prevenzione della violenza di genere sono elaborati su basi scientifiche da esperti professionisti qualificati e vigilati dall’Ordine.
L’Ordine degli Psicologi si dissocia dalle informazioni evidentemente false basate sulla non conoscenza appropriata dei fatti.