La spending review ha pesato su tutti gli enti locali del nostro paese. Ma se in Friuli Venezia Giulia avessimo potuto far valere di più la nostra specialità probabilmente il prezzo in termini di riduzioni ai trasferimenti sarebbe stato meno alto. A supporto di questa tesi il presidente della Provincia di Udine ha evidenziato il dato relativo al taglio sulla spesa corrente che la Provincia Autonoma di Trento ha attuato nei confronti dei propri Comuni: lì i minori trasferimenti sono stati pari al 15,6% e non hanno riguardato i Comuni con meno di 5 mila abitanti. In Friuli Venezia Giulia il taglio alla spesa corrente ha inciso del 21% per le Province e, in maniera differenziata, per i Comuni: per il 19,5% per i Comuni capoluogo, per il 17% per quelli con circa 15 mila abitanti e del 5% per i Comuni fino a 5 mila abitanti.
Da ciò si deduce, secondo il presidente della Provincia di Udine, che per il Friuli è necessario un colpo di reni per tendere a un’autonomia qual è quella attualmente esercitata dalle Province autonome del Trentino Alto Adige.
Intanto però, evidenzia il Presidente, ci troviamo a fare i conti con gli effetti dei tagli e con la contrazione imposta dal patto di stabilità. Per gli enti locali del Friuli Venezia Giulia la misura che ha compromesso l’avvio di nuovi interventi di edilizia pubblica e, in alcuni casi, il saldo di prestazioni già effettuate, sta nell’inserimento del saldo di competenza mista che considera nell’equilibrio elementi prima gestiti separatamente ovvero parte corrente e investimenti. L’ente di palazzo Belgrado, pur in grossissime difficoltà, è riuscito, al pari di molti altri enti locali, a chiudere il proprio esercizio finanziario e a non lasciare insolute “le fatture” di aziende che per l’ente hanno eseguito qualche opera. Ciò nonostante la Provincia per tutto il 2013 potrà effettuare pagamenti pari a quasi 7 milioni di euro per quanto riguarda opere di viabilità e 4,8 milioni di euro in materia di edilizia scolastica. Cifre di tutto rispetto ma neppure lontanamente paragonabili a quanto l’ente negli esercizi precedenti ha avuto a disposizione per il proprio territorio. Va infatti tenuto sempre ben presente che chi subisce i tagli sono i cittadini a cui non potremo continuare a garantire infrastrutture eccellenti come fatto finora.
Purtroppo, ammette il Presidente, in questi ultimi tempi pare che a essere premiati siano stati i furbi: Province autonome e Regioni virtuose come la nostra, che hanno lavorato per ridurre la spesa corrente dei propri enti e che continuano a concorrere per la il taglio dei costi, continuano ad essere martoriate al limite della sopravvivenza, Regioni che hanno letteralmente scialacquato i soldi pubblici si sono ritrovati con stanziamenti eccezionali da parte del Governo centrale. Chiaro il riferimento al trasferimento di circa 900 milioni alla Sicilia. Per noi e per altri enti che vivono senza aiuti ma praticamente solo grazie a ciò che versano in tasse i propri cittadini, ciò è oltremodo inaccettabile. Per questo dovremo lavorare in termini di ridefinizione degli enti locali e ciò in un’ottica di miglioramento dei servizi resi ai cittadini: obiettivo che passa necessariamente per una ridefinizione dell’autonomia del Friuli.