Il giorno 7 gennaio 2020, l’associazione di promozione sociale FareTra ha ufficialmente avviato un progetto chiamato Dance Park, volto all’inclusione sociale dei malati di Parkinson. L’attività motoria, che si basa sulle tradizionali tecniche di insegnamento della danza moderna, rappresenta un’assoluta novità sia a livello locale che regionale.
Tre sono le ragioni principali che testimoniano l’utilità di tale iniziativa: innanzitutto si tratta di una proposta volta a migliorare la qualità di vita delle persone a livello globale, in quanto nonostante focalizzi la sua attenzione sulla dimensione motoria, agisce anche a livello psicologico, neurologico e socio-relazionale.In secondo luogo, la pratica sopra citata ha un forte valore aggregativo, poiché non si limita a coinvolgere solo le persone affette da tale patologia ma estende la possibilità di partecipazione anche ai caregivers (familiari, amici, parenti) e a tutto il resto della popolazione. Inoltre, esperienze simili svolte nel Regno Unito hanno messo in evidenza il carattere terapeutico della Dance Park, mostrando che gran parte dei partecipanti affetti da tremori evidenti, erano in grado di effettuare i vari movimenti con discreta fluidità.
Sara Houston, ricercatrice specializzata della Roehampton University di Londra, ha affermato a tal proposito: “Ciò avviene poiché i movimenti della danza interessano percorsi cerebrali differenti rispetto a quelli intaccati dalla sindrome di Parkinson”. Il progetto prevede laboratori gratuiti a cadenza settimanale, svolti presso la scuola di danza Arearea, ubicata ad Udine.
La Dance Park rappresenta dunque un’ulteriore iniziativa che mira all’assistenza e al supporto concreto delle persone con difficoltà, simbolo di una società sempre più inclusiva nei confronti dei cosiddetti “svantaggiati sociali”.
Samuele Marcon