Attendere l’esito del referendum confermativo prima di licenziare in via definitiva il nuovo Statuto del Fvg. Perché, in caso di bocciatura della riforma costituzionale da parte dei cittadini, la “nuova carta” del Friuli Venezia Giulia rischia di destabilizzare e non semplificare l’assetto del governo locale oltre a non essere più conforme alla Costituzione (da cui lo Statuto discende). Il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, anche alla luce degli esiti dei referendum sulle fusioni di Comuni di domenica scorsa, lancia un appello ai deputati che prossimamente dovranno pronunciarsi sul nuovo statuto, per l’ultima lettura. Un’esortazione ad attendere ancora qualche mese per evitare di adottare uno Statuto che potrebbe rivelarsi difforme alla Costituzione se, in autunno, gli elettori si pronunceranno contro la riforma. “Oltre a eliminare le Province quando, invece, potrebbero rimanere in ambito nazionale come livello di governo in base alla legge Delrio , – spiega Fontanini – il nuovo Statuto regionale, all’articolo 11, impone le aggregazioni di Comuni. Ma la gente, proprio in questi giorni, si è espressa chiaramente contro. Il clima, come emerso dai risultati delle consultazioni popolari di domenica, non è affatto favorevole a questo scenario. Il territorio sta lanciando segnali evidenti che potrebbero riproporsi anche ad ottobre. Ricordo, infatti, che anche nella riforma costituzionale è prevista l’obbligatorietà delle fusioni per i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Come si concilierebbe il “no” a questo scenario con l’obbligatorietà alle aggregazioni dello Statuto regionale? Da registrare inoltre che il Tar Fvg ha sanzionato la Regione proprio contro il potere sostitutivo dei commissari”.
“La riforma dello Statuto regionale non può precedere la più ampia modifica del Titolo V della Costituzione. E’ possibile, infatti, come già accaduto nel 2006 – continua ancora Fontanini – che attraverso il referendum confermativo, i cittadini respingano l’elaborato del Parlamento. L’esito per il Friuli Venezia Giulia sarebbe devastante: nel caso della modifica anticipata dello Statuto di autonomia, la nostra Regione sarebbe l’unica d’Italia in cui vengono eliminate le Province mentre rimarrebbero nel resto del Paese. 4 Province sostituite da 18 Uti la cui situazione alla luce delle ultime sentenze del Tar Fvg è a dir poco complicata e confusa con 6 realtà non costituite. Non parliamo poi delle conseguenze economiche di tutto questo processo che porterà sicuramente ad aumenti della spesa e al rischio di disservizi per la collettività”.