“Il danno è grande. Trieste trova una nuova istituzione, la città metropolitana mentre, dall’altra parte, il Friuli non ha più un ente che lo rappresenta poiché viene massacrato in tante piccole e ancora confuse realtà. Un confronto impari che vedrà il Friuli sempre più affossato e l’area giuliana nettamente favorita. Come se non bastasse, ad aggravare questa frammentazione amministrativa e identitaria il progressivo accentramento di ogni potere in mano alla Regione, a Trieste, organismo che, all’origine, doveva occuparsi di legiferare, programmare e controllare, ora si troverà a gestire anche una notevole mole di istruttorie e iter burocratici. Alla faccia della semplificazione. Non è questa la nostra storia, la storia di una Regione che ha valorizzato i territori, le singole comunità”. E’ il commento del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini relativamente alla seconda lettura da parte della Camera dei Deputati che ha approvato in via definitiva il nuovo Statuto del Fvg che supera definitivamente le Province. “18 Unioni territoriali intercomunali al posto di 4 Province. Davvero un brutto esempio di razionalizzazione e spending review che calpesta l’identità del Friuli, l’autonomia degli Enti locali, impone le fusioni di Comuni (quando la gente è contraria) e accentra in capo alla Regione molte competenze amministrative; ad essere favorita è solo Trieste. Ecco cosa consegna alla nostra Regione la definitiva approvazione da parte della Camera della modifica dello Statuto Fvg – aggiunge Fontanini -. Un primato di cui si è già affrettata a vantarsi la presidente Serracchiani ma non sarà certo un primato quanto a efficienza e, soprattutto, contenimento della spesa che sicuramente lieviterà per effetto del trasferimento dei dipendenti dalle Province alla Regione e per la nuova gestione delle Uti, organismi la cui situazione, alla luce delle ultime sentenze del Tar Fvg che ha sanzionato la Regione contro il potere sostitutivo dei commissari, è a dir poco complicata e confusa”. E lo scenario in Fvg potrebbe ulteriormente evolvere complicandosi con l’esito del referendum d’autunno, come anticipato più volte da Fontanini. “In caso di bocciatura della riforma costituzionale da parte dei cittadini, – ricorda il presidente – la “nuova carta” del Fvg rischia di destabilizzare e non semplificare l’assetto del governo locale oltre a non essere più conforme alla Costituzione (da cui lo Statuto discende) non prevedendo più le Province confermate nel resto d’Italia. Cosa si inventerà la presidente Serracchiani? Riabiliterà le Province che lei stessa si è impegnata a togliere di mezzo? Era più opportuno rinviare la discussione e aspettare i risultati della consultazione popolare per non creare confusione e conflitti istituzionali senza precedenti in Fvg”.