Sommariva, direttore generale del Turismo, descrive la strategia del “passaparola”
Toronto – «Il nostro obiettivo è stupire. I turisti stranieri considerano il Friuli Venezia Giulia la Regione che li sorprende di più rispetto alle loro aspettative. Vuol dire che stiamo lavorando bene, e che i friulani sono brava gente». Parola di Edi Sommariva, direttore generale dell’Agenzia Regionale Turismo del Friuli Venezia Giulia, presente al congresso dei friulani che si è tenuto lo scorso weekend alla Famee di Woodbridge. Sommariva, giunto in rappresentanza dell’assessore regionale al Turismo Federica Seganti, domenica ha tenuto un workshop sulle mete più belle e sulla nuova strategia turistica regionale.
Quali sono i motivi della visita a Toronto?
«Tutto nasce da un accordo che abbiamo stipulato qualche mese fa con Pietro Pittaro (presidente di Ente Friuli nel Mondo, ndr), che si basa sul considerare le comunità friulane nel mondo come ambasciatori del “made in Friuli”. È stata un’intesa a prima vista (quella con Pittaro, ndr): l’accordo vede nelle comunità friulane un sistema di accompagnamento delle politiche di incoming che il Friuli sta mettendo in piedi».
Qual è la strategia turistica che state sviluppando?
«Crediamo nella promozione della Regione attraverso il “passaparola”. È un meccanismo che funziona sempre, il 60 per cento dei nostri turisti stranieri viene per il passaparola, e chi meglio dei friulani che sono integrati nelle società in cui operano possono usare il passaparola».
Questa è la sua prima volta nel Paese della foglia d’acero?
«È la prima volta in Canada, e la prima volta in una Famee all’estero. Ho iniziato ad occuparmi di turismo per la Regione solo il 2 gennaio scorso, quindi è lunga “la scalata in bicicletta allo Zoncolan”. Sono rimasto impressionato dall’organizzazione e dal complesso della Famee di Toronto. Forse i friulani non conoscono abbastanza i friulani nel mondo, e io cercherò di farglielo sapere».
La strada non è semplice.
«Sappiamo che operando su mercati lontani come in Canada paghiamo un grosso handicap, è cioè che l’Italia è conosciuta per Roma, Firenze e Venezia. Dobbiamo puntare sulla diversità dell’esperienza friulana».
Qual è l’mmagine della Regione che volete veicolare?
«Abbiamo tanti turismi potenziali, non solo per l’olografia, passiamo dalla gita al mare allo sci in montagna, ma anche per le culture e per la gente. Pensiamo solo alla cucina, unica nel suo genere perché contaminata dalla Germania, dalla Slovenia, dalla Croazia, dagli antichi romani, etc. Noi stiamo lavorando a questo: costruire un valore del brand Friuli Venezia Giulia».
A quanto ammonta il suo budget per il Canada?
«Noi abbiamo un budget per mercati. Fino a ieri abbiamo puntato molto sul turismo di prossimità, quindi Austria, Germania, etc. Oggi abbiamo capito che dobbiamo guardare molto più lontano, e nello specifico vogliamo sia un turismo di ritorno dei friulano-canadesi, ma anche un turismo di tutti i canadesi. Metteremo delle risorse nel 2013, e cercheremo di dialogare attraverso le nuove tecnologie, meno costose e più efficaci».
Fonte: corriere.com