Non c’e’ nulla da fare se nasci con gli zaricchi muori con le calandrelle,dice un vecchio proverbio del sud…se nasci povero il tuo destino è segnato.
Nasci con gli zoccoli e muori in ciabatte, per le scarpe …la prossima vita.
Puoi combattere con gli Strumirs o con i Zambarlans, con i Torriani o con i Savorgnan, con l’imperatore o con Venezia, ma non illuderti, il tuo destino di meno abbiente è sempre segnato.
Cosi anche il Teatri Furlan di Alviero Negro ci riporta a terra, lo dice anche Tonino Cragnolini nella sua opera d’arte che costituisce la copertina del catalogo di sala , la joiba grassa del 1511 è una rivoluzione attraverso la quale i friulani meno abbienti cercarono di migliorare le loro condizioni sociali aderendo al messaggio di Venezia, ma dopo aver sterminato i nemici politici nel terribile carnevale di quell’anno che ne ebbero?
Lo spettacolo nasce per un adattamento e regia di Ferruccio Merisi,musihe di Marco Maiero,costumi di Emmanuela Cossar,scene di Claudio e Andrea Mezzelani, luci di Stefano Bragagnolo, suoni di Carlo Gris, per la consueta magistrale organizzazione di Teatri Stabil Furlan-
I contadini tentano di innanzarsi ma cadranno precipitosamente a terra, rimarra’ solo il risultato di una guerra dolorosa e sanguinosa, una terribile joiba grassa di sangue e di morte. Mea culpa dicano gli Strumirs, mea culpa dicano i Zambarlans, il Dies irae suona per voi una condanna,il vostro coraggio è una farsa in maschera .
Alviero Negro vuole dire che bisogna togliersi la maschera del giovedi grasso , vestire i panni della penitenza e imparare a fare la pace.
Troppe volte l’umanità ha ben imparato a fare la guerra, rovesciamo la clessidra della storia , impariamo a cancellare la guerra –
Non ne avrete nulla di piu’ .
Il bellissimo spettacolo nasce in collaborazione con il Teatro Giovanni da Udine , organizzazione Sara Papinutti,segretaria Chippy Battello, distribuzione Stefania Fabio, direzione artistica Massimo Somaglino.
Vito Sutto