“Non deve essere una questione di numero, bensì di qualità e di quantità dei servizi erogati”: l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Udine solleva l’argomento qualitativo come precondizione per analizzare la nascita delle 23 nuove farmacie (49 in tutto il territorio regionale) che sorgeranno sul territorio a seguito dell’approvazione da parte della giunta regionale della delibera di istituzione del concorso straordinario per 49 nuove Farmacie, inserite nel bando con la loro precisa collocazione.
Le future 23 nuove farmacie si affiancheranno alle 9 che sono state assegnate con il concorso ordinario per titoli ed esami risalente al 2006, il cui iter si è appena concluso: “In riferimento a queste ultime – spiega il Presidente dell’Ordine, Michele Favero – l’assegnazione ha interessato anche località disagiate, dove il servizio, pur gradito dalla popolazione, è al limite della sussistenza”.
Diversa invece risulta essere la situazione in altre Regioni italiane dove da anni non vengono banditi i concorsi. L’Ordine esprime le sue perplessità sull’aumento di farmacie slegato dalle garanzie sicure per quanto riguarda la tipologia di servizi erogati al cittadini: “L’aumento del numero delle farmacie – chiarisce il Presidente Favero – facilita sicuramente l’accesso al servizio farmaceutico, ma, come alcuni paesi dell’Unione Europea ci insegnano, sembrerebbero essere più rilevanti la quantità e la qualità dei servizi che una struttura riesce ad erogare. Il bacino di abitanti servito da una farmacia deve poter garantire un incremento dei servizi offerti, proprio nel momento in cui la sanità pubblica imbocca la strada della territorializzazione delle cronicità e la rete delle farmacie rappresenta un patrimonio di competenze che devono essere utilizzate al meglio”.
Queste caratteristiche essenziali per qualificare il servizio farmaceutico all’altezza delle sfide del nostro tempo potranno essere assicurate visto che – riflette Favero – “questo concorso è solo per titoli, senza limiti di età e prevede associazioni tra colleghi restrittive e vincolati?”. Purtroppo – costata – “l’iter di espletamento penalizza sicuramente una quota rilevante di farmacisti, con il rischio di mortificare il merito e azzerare le competenze acquisite sul campo, trasformando un concorso in una sorta di assegnazione in base a criteri burocratici”.
Conclude così Favero il suo pensiero: “Non si tratta di favorire questa o quella componente professionale, ma di considerare che dall’appiattimento dei meriti, attraverso un concorso per soli titoli, viene danneggiato chi ne ha acquisiti di più. Così com’è congegnato, questo concorso impedisce a molti colleghi anche soltanto di sperare in una partecipazione positiva”.