Con una marea di assenze in difesa, Giannetti e Kristensen in difesa, sostituiti da Kabasele e Tourè ed un centrocampo che conta le assenze di Payero, Lovric e Thauvin sostituiti dai nomi tanto voluti da me Runjaic, come Karlstrom ed Ekkelenkamp affiancati da Zarraga, l’Udinese, in un sabato di ottobre che sembra novembre, affrontata il Lecce dell’ex Gotti. L’inizio bianconero è tanto arrembante quanto inconcludente, se si esclude un tiro di Zarraga che deviato da Baschirotto prende il palo interno ma esce, ed almeno un paio di gol divorati da Zemura e Kabasele. La manovra dei bianconeri è molto più che scontata, si costruisce da dietro con Bijol che lancia spesso nel vuoto perché i compagni non si muovono ed il Lecce riparte. Capello disse che la costruzione dal basso la puoi fare se hai ottimi difensori dai piedi buoni, dato che l’Udinese non è in questa situazione perché insistere e rischiare invece che cercare Lucca dal portiere? Tra l’altro le poche volte che il portiere la lancia lunga spesso la si ripassa indietro. Nella seconda metà troviamo Davis al posto di Brenner e la manovra si ravviva un po’ restando pur sempre sterile. Gli errori non mancano da entrambe le parti, poi Zemura si traveste da Galinho bruciacchiato ed insacca una punizione come non si vedeva da anni. Partita esaltante con un bel gioco? No ma il risultato consegna una classica invidiabile prima di una sosta che speriamo permetterà di recuperare più giocatori possibile.