Fontanini, “non è una data retorica, ma un’occasione per riflettere sull’importanza di promuovere e tutelare la diversità linguistica, elemento chiave nel ricco patrimonio culturale del nostro Paese e del Vecchio Continente”
La diversità linguistica è uno strumento per ottenere una migliore comprensione interculturale, un elemento chiave nel ricco patrimonio culturale del nostro Paese e dell’intera Europa. Ne è convinto il presidente della Provincia on. Pietro Fontanini che propone una breve riflessione in occasione della Giornata europea della lingue minoritaria, che si celebra ogni anno il 26 settembre.
Siamo attenti, sensibili e pronti con i nostri mediatori culturali a conoscere ed “accogliere” le nuove lingue, parlate dai tanti profughi che giungono da altri continenti e ci dimentichiamo, spesso e volentieri, di promuovere e valorizzare la nostra marilenghe, come pure le altre parlate di casa nostra, che riguardano le minoranze germanofona e slovena.
Non c’è nulla di retorico in questa data, secondo Fontanini, ma solo la volontà di stimolare i friulani, come pure gli abitanti della comunità germanofona di Sauris, Timau e Val Canale e gli sloveni della Val Resia, Valli del Torre e Valli del Natisone, a prendere coscienza della propria storia e dignità, affrontando con maggior slancio le sfide del futuro.
“Non possiamo pensare ad un’Europa dei popoli se non siamo in grado di salvaguardare l’identità dei popoli stessi. Se non consideriamo l’identità una ricchezza rischiamo di perdere un valore fondamentale per il presente ed il futuro dell’Europa. La storia della Piccola Patria viene da molto lontano ed abbiamo il diritto e la “braure” di insegnare ai nostri ragazzi oltre all’italiano, all’inglese ed al cinese anche il friulano. Chi lo negasse potrebbe risultare ancora affetto da un antico male nostrano, il “sotanesim”.
Chiediamo anche che le affermazioni fatte dalla presidente della Regione nell’incontro romano con il primo firmatario del disegno di legge di ratifica della Carta europea delle Lingue minoritarie, dei giorni scorsi, abbiamo un seguito: non siano solo di circostanza. Magari con un impegno aggiuntivo e convinto a sostenere la candidatura del Friuli a sede dell’Agenzia europea delle lingue regionali e minoritarie, di cui non si parla più.
Siamo un popolo di antiche origini che dal 1077 si “autogoverna”, abbiamo una collocazione geopolitica strategica, racchiudiamo comunità di ceppo latino, tedesco e slavo: requisiti ideali per ambire a diventare sede di questa Agenzia.