“Una interrogazione
finalizzata a conoscere il quadro dei soggetti fruitori dei buoni
lavoro nella nostra regione, la tipologia di settori produttivi
impegnati, in una parola lo scenario dettagliato degli ultimi tre
anni per individuare quali sono state le effettive ricadute
derivanti dall’applicazione dei voucher in Friuli Venezia Giulia”.
La consigliera Barbara Zilli (LN) torna sul tema del lavoro
occasionale e dell’abolizione dei buoni lavoro voluta dal
Governo, a margine dei lavori della VI commissione, nella quale è
iniziata la discussione sulla misura AttivaGiovani, il ddl 197
presentato dall’assessore Panariti.
Zilli ha depositato una interrogazione lamentando “la necessità
di conoscere i dati relativi all’effettivo ricorso a uno
strumento snello e facilmente accessibile a chiunque, visto che i
buoni erano acquistabili addirittura nelle rivendite di tabacchi,
che aveva il pregio di riconoscere il lavoro delle categorie più
deboli, perché esposte al rischio di esclusione sociale o
comunque non ancora entrati nel mondo del lavoro ovvero in
procinto di uscirne.
“Lavori agricoli stagionali, servizi legati al turismo ma anche
servizi alla persona come collaboratori familiari per i nostri
anziani o babysitter, insegnamento privato supplementare, vendite
commerciali di fine stagione – continua Zilli – questo l’alveo
nel quale far confluire lo strumento dei voucher, proprio perché
si tratta di settori in cui le prestazioni lavorative sono
caratterizzate dall’occasionalità: eliminare questo agile metodo
è stato sicuramente un errore madornale, figlio del timore del
confronto con le urne che riporta nell’ombra tutte le
potenzialità finora espresse e quindi rese tracciabili.
“L’alternativa proposta dalla Giunta Serracchiani con il ddl 197
– afferma ancora Zilli – non è un utile metodo di compensazione a
fronte di una eliminazione talmente sbrigativa che non è stata
accompagnata neppure dalla previsione di una fase transitoria con
emissione di nuovi voucher, per altro andati a ruba già lunedì
scorso.
“In attesa di nuove norme sul lavoro accessorio, in FVG come nel
resto di Italia – chiosa la consigliera del Carroccio – le
categorie di lavoratori più deboli sono vittime delle lotte
interne al Pd, che si dimostra sempre più lontano dai bisogni dei
lavoratori”.