
“Iniziative come il Cie,
alla prova dei fatti, si sono rivelate inutili, inefficaci e
dannose”.
Questa la posizione dei consiglieri regionali del MoVimento 5
Stelle Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai.
“In Italia non esiste un regolamento comune per tutti i Cie, un
fatto questo che determina gradi diversi di flessibilità nella
concessione dei diritti – sottolinea la consigliera del M5S -.
Non possiamo poi dimenticare le pesanti violazioni dei diritti
umani che abbiamo dovuto registrare all’interno di queste
strutture, così come non possiamo scordare che il Cie di Gradisca
d’Isonzo è stato additato per anni come uno dei peggiori in
Italia”.
“Le risorse a disposizione – spiegano i consiglieri regionali –
vanno investite per incrementare il personale che gestisce le
pratiche di riconoscimento dello status di richiedente asilo, per
farlo più velocemente. Solo in questo modo potremo sapere
rapidamente chi può restare e chi deve lasciare l’Italia e
predisporre il giusto numero di posti destinati all’accoglienza.
Come abbiamo già avuto modo di ribadire il modello da seguire
deve essere sempre quello dell’accoglienza diffusa. Abbiamo già
visto che le strutture di grandi dimensioni – dove le persone
tutto fanno tranne integrarsi – non funzionano. Molto spesso si
ricordano i business legati alla gestione dei migranti, ma non si
ricordano invece i collegamenti con le indagini che hanno
condotto i Cie e i Cara di tutta Italia, non da ultimo proprio
quello di Gradisca d’Isonzo”.
“Berlusconi ha introdotto nel 2009 il reato di clandestinità per
raccogliere voti – ricorda Andrea Ussai -. Recentemente,
nonostante il Parlamento si sia espresso chiaramente per il
superamento di questo reato, il governo Renzi ha deciso di
mantenerlo per mera convenienza politica. A nulla sono servite le
sollecitazioni dell’Associazioni Nazionale Magistrati e i diversi
appelli del presidente della Corte Suprema di Cassazione che, in
merito al reato di immigrazione clandestina, hanno dichiarato a
più riprese che la risposta sul terreno del procedimento penale
si è rilevata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa,
mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni
di tipo amministrativo – fino al più rigoroso provvedimento di
espulsione – darebbe risultati più concreti, senza peraltro
ingolfare il lavoro delle procure. Dobbiamo dire basta a queste
politiche strumentali”.